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Futura | Un viaggio in Italia, tra Pasolini, Comencini e il pensiero divergente dei giovani

L’Italia, da nord a sud, e la nuova generazione, con le nuove paure e i sogni: un archivio storico sul futuro

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Futura: la domanda più difficile di tutte

MILANO – Tre registi e i giovani d’Italia. Quei giovani che, sentiamo sempre ripetere, sono il futuro ma che poi vengono dimenticati dalle politiche, o non vengono ascoltati, o vengono considerati troppo superficiali e inesperti per parlare di cose serie e profonde. E forse alcuni sono veramente così. Ma non tutti. Sono loro che animano i dialoghi e i luoghi di Futura, operando riflessioni, parlando di sogni e paure. I tre registi sono Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi, con in spalla una macchina da presa e nient’altro che domande da porre a quelle nuove generazioni che tante volte spaventano gli adulti.

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Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi sono i registi di Futura

I tre sono partiti un giorno alla volta dell’Italia, decisi ad attraversare il Paese in lungo e in largo. È un viaggio che ha intrapreso cinquantasei anni fa anche Pasolini nel suo Comizi d’amore, e che Luigi Comencini ha portato avanti per molti anni con I bambini e noi. Il reportage, soprattutto quello italiano, ha sempre qualcosa di affascinante, restituisce l’immagine di un determinato gruppo che prima non si riusciva ad afferrare nel suo insieme. Ma qui, gli intervistati non devono parlare di amore o di sessualità, come sia era messo in testa di fare il buon Pierpaolo. Ai ragazzi viene chiesto di pensare e descrivere la cosa che più di tutte crea dubbi e incertezza: il futuro.

Alcuni dei giovani intervistati in Futura

Non è una novità che faccia paura, soprattutto per i più giovani che, ancora alle prime armi e con un sacco di tempo davanti, sentono di trovarsi contro un muro di incertezze invalicabili. I tre registi però non si perdono in discorsi troppo astratti o intellettuali su cosa può rappresentare il futuro per un ragazzo oggi. Le loro domande sono molto più concrete, ancorate nel presente. Quali sono i vostri progetti? Vi preoccupa il futuro? Pensate che ci siano possibilità qui per voi? Sono domande con cui i giovani di ogni tempo si sono confrontati: chi sceglieva di andare subito a lavorare e chi di studiare, chi di cambiare regione o – più vicino ai giorni nostri – di andare all’estero.

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I ragazzi di Futura

Dalle grandi città ai piccoli paesini di campagna, Futura si compone come un archivio storico, che raccoglie le testimonianze di tanti giovani, alcuni più ottimisti di altri, alcuni più sognatori di altri, ma tutti lanciati verso un futuro che, se già prima dell’arrivo del Covid era incerto, ora è diventato terribilmente instabile. Anche il viaggio di Marcello, Rohrwacher e Munzi era iniziato poche settimane prima dello scoppio della pandemia, e si è dovuto fermare durante i mesi di lockdown. Poi è lentamente ripreso, costretto a fare i conti con una gioventù ferma e immobile, il cui legame con la percezione del domani è crollato inesorabilmente.

Alcuni dei ragazzi intervistati in Futura

I ragazzi, di tutte le età, etnie e strati sociali, parlano un po’ di tutto. La scuola, il lavoro, la politica. In certi momenti sembrano molto più concreti e attaccati alla realtà di tanti adulti. A volte c’è spazio anche per i sogni e per l’amore, ma non sembrano essere più le priorità della loro vita perché l’incertezza di quell’indipendenza e stabilità tanto agognate hanno la meglio. Da chi sogna di fare il calciatore o l’attore a chi vuole continuare a lavorare la terra della propria famiglia, e in mezzo tutte le mille sfaccettature di sogni e ambizioni. Futura è il ritratto di un’intera generazione che forse non crede più tanto nelle possibilità che l’Italia può dare loro, ma continua comunque ad andare avanti.

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Qui l’intervista ad Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi:

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