Manuela Santacatterina TORINO – Cos’altro si può raccontare di Frida Kalho che non sia già stato detto? Mito, simbolo, icona di un Paese, il Messico, e di un movimento, quello femminista, che si scontra (anche) con una sovraesposizione della sua immagine che rischia di svuotarne la potenza del messaggio. Quello stesso volto ritratto innumerevoli volte dalla pittrice messicana nei suoi dipinti perché, diceva, «sono la persona che conosco meglio». Frida – Viva la Vida di Giovanni Troiolo, presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival e disponibile in digitale su CHILI, ne racconta la vita proprio attraverso le sue opere, mappa con cui ricostruire un’esistenza accompagnata da dolore e colori, resistenza e amore.
Par farlo il regista usa le stesse parole custodite nei diari e nelle lettere della pittrice affidando alla voce di Asia Argento il compito di accompagnare gli spettatori nei sei capitoli che compongono il documentario. In mezzo le testimonianze di Hilda Trujillo, direttrice del Museo Frida Kahlo, del disegnatore di ex voto Alfredo Vilchis o della fotografa Graciela Iturbide che ha potuto fotografare “gli oggetti del dolore” – dai busti alle stampelle fino alle protesi – ritrovati nel bagno della pittrice rimasto chiuso per cinquant’anni.
In un’alternarsi tra la Città del Messico di ieri e di oggi, Frida – Viva la Vida racconta la storia straordinaria quando travagliata di un’artista attraverso l’influenza di quella terra nei suoi dipinti. Dal rapporto costante, tipico della cultura messicana, con la morte al folklore insito nella quotidianità fino allo stesso paesaggio fatto di terra e cactus, fiori dai colori vivaci e architetture testimoni di civiltà passate. Un’intrecciarsi di arte e dati biografici che finiscono per diventare una cosa sola.
Come Diego Rivera e Frida Kalho, l’elefante e la colomba. Amanti e complici ma anche distanti ed infedeli. Una vita passata al fianco l’uno dell’altra, una relazione raccontata attraverso i suoi dipinti che ne hanno cristallizzato le varie tappe fatte di tenerezza e dolore, assenze e riconciliazione. «Hanno pensato che fossi una surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà». Una realtà trasfigurata attraverso la sua immaginazione, la stessa che le ha permesso di disegnare farfalle su di un busto che l’opprimeva. «Viva la vida».
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Qui potete vedere il trailer di Frida – Viva la Vida:
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