ROMA – In un mondo che sembra volgere al termine, brulicante delle vestigia della presenza umana, ecco il piccolo Cat, un animale solitario. La sua casa però è devastata da una grande alluvione e quindi è costretto a trovare rifugio su una barca popolata da varie specie con le quali dovrà fare squadra nonostante le loro differenze. Sulla barca solitaria che naviga attraverso paesaggi mistici traboccanti, Cat affronta le sfide e i pericoli dell’adattamento a un nuovo mondo. Parte da qui Flow – Un Mondo da Salvare, un film d’animazione del regista lettone Gints Zilbalodis vincitore del Golden Globes al Miglior film animato e ora anche doppiamente candidato all’Oscar con una delle nomination forse meno attese del lotto.

Un’opera di cui si diceva già bene a Cannes 77 dove è stato presentato in concorso ufficiale nella sezione Un Certain Regard, Flow, e che la stagione dei premi non ha fatto che confermarne l’eco filmico e accendere la curiosità dei cinefili più accaniti. E attenzione agli Oscar 2025, dove il film di Zilbalodis è stato candidato sia nella categoria Miglior film Internazionale che in quella animata. La naturale categoria di riferimento, per Flow, ma che in realtà gli va davvero strettissima. Questo perché è davvero molto più di un semplice film d’animazione l’opera seconda di Zilbalodis. Piuttosto un’opera poetica costellata di momenti onirici dove lo stile animato diventa parte integrante di un linguaggio filmico volutamente ricercato dallo sviluppo spontaneo e armonioso.

Chi lo ha visto lo sa già, chi vorrebbe farlo è bene che lo sappia: non ci sono veri dialoghi in Flow. Le uniche espressioni linguistiche sono quelle degli animali che Zilbalodis porta in scena: un gatto nero, un cane labrador (come il suo nda), un capybara, un lemure e un uccello serpentario. Ma non servono più di tanto, perché l’intero Flow poggia sull’istinto e le reazioni delle differenti specie animali nelle interazioni della loro forzata coesistenza a bordo di una nave da cui Zilbalodis dispiega riflessioni sulla società e la gestione del potere, sulla forza dei desideri e il valore della famiglia, e su come le situazioni difficili siano l’involontario ma perfetto barometro attraverso cui comprendere gli uomini e la loro natura più profonda.

In realtà, però, la ragione per cui si è tanto parlato (bene) di Flow sta in ciò che avviene intorno alla barca. Lo scenario è quello di una Terra non più toccata dall’uomo – esiliato o forse estinto – e danneggiata in maniera permanente da un disastro ambientale che ne rende praticamente impossibile la vita ai suoi abitanti: gli animali. Da qui la portata filmica della straordinaria opera di Zilbalodis. Perché quello di Flow è il ritratto animato di uno spaventoso near-future su cui si rispecchiano tutte le paure ecologiche mai ascoltate di un’intera generazione di individui che sanno già che il loro tempo sul Pianeta ha una precisa data di scadenza. Un film unico, originale, sensazionale, fatto di emozioni vere e grande cuore. Un capolavoro assoluto.
- HOT CORN TV | Flow, una clip del film
Lascia un Commento