MILANO – Ultimi preparativi e poi sarà ancora Festa del Cinema di Roma, per la quattordicesima volta dalla prima intuizione, correva l’anno 2006. Anche quest’anno molti gli ospiti attesi (due su tutti? Scorsese e Bill Murray) e tanti i film in programma per un’edizione che – come vi avevamo anticipato sul nostro numero speciale di Hot Corn Weekly – mescolerà alto e basso, colto e pop in un alternarsi di stili e generi che, da sempre, è un marchio della Festa. A fianco del direttore artistico Antonio Monda, anche quest’anno ci sarà Laura Delli Colli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, con cui abbiamo parlato dell’edizione che andrà in scena dal 17 al 27 ottobre all’Auditorium.
Come si vive questa vigilia?
«Si vive e si sente come la vigilia di tutti i Festival, in questo caso di una Festa: c’è fermento, c’è tensione, ma devo dire che è una tensione positiva. Siamo molto contenti per gli ultimi dati arrivati: c’è stato un aumento del 20 per cento nella vendita di biglietti, il pubblico sta rispondendo molto bene e abbiamo oltre 1400 giornalisti accreditati».
Roma anno 14: cosa ci dobbiamo aspettare?
«Una serie di elementi differenti per un’offerta unica, quasi un corto circuito temporale: abbiamo Greta Garbo ritratta sul manifesto ufficiale, un omaggio al fascino senza tempo ed eterno di una diva assoluta, che però si affianca anche a una creatura quattordicenne che ha la curiosità di una ragazzina».
Alto e popolare, autori e divi: da sempre la forza della Festa.
«Vero: alla Festa si possono trovare cose molto alte, da intellettuali, e altre molto più accessibili, e questa alternanza di stili e generi è sempre stata una caratteristica della rassegna. Penso anche alla diversità delle pre-aperture di quest’anno: abbiamo avuto da una parte L’uomo senza gravità con Elio Germano alla Casa del Cinema e, nel contempo, una serata all’Opera con La prima donna. E scorrendo il programma trovate tanto John Travolta e Bill Murray quanto Olivier Assayas che celebra il genio di Pietro Tosi».
Il film che lei aspetta di più?
«Questa è facile: The Irishman, ovviamente, e Martin Scorsese che arriverà a Roma per presentarlo lunedì 21 ottobre».
Un titolo da consigliare?
«Come sempre ci sono molti film curiosi da scoprire. Antonio (Monda, , nda) punta molto su Waves, un film che ha pescato a Toronto lo scorso settembre e che ritiene arriverà fino agli Oscar. Ma ci sono tante cose diverse da segnalare, penso al documentario sui Negramaro, L’anima vista da qui, oppure a un film francese di cui si parla molto: La belle époque di Nicolas Bedos».
C’è tutto un filone musicale…
«Sì, citiamo Ron Howard e il suo documentario su Pavarotti, ma anche Bruce Springsteen e Western Stars oppure Judy con Renée Zellweger che interpreta Judy Garland».
Si parla tanto di crisi del cinema, ma dai numeri della Festa non pare…
«E questa è una cosa che a me rimane addosso: mi piacerebbe molto che una volta finita la Festa ci sia qualcuno a cui rimanga la voglia di ritornare in sala. Credo sia importante anche la formazione di un pubblico più giovane che non deve svegliarsi una volta all’anno».
Per questo la Festa non sarà solo all’Auditorium?
«Sì ed è un altro aspetto importante per la città: non solo Auditorium e il MAXXI ma anche l’Opera, appena citata, e poi la Casa del Jazz, il Gemelli, Rebibbia, e ancora Civitavecchia oppure il Palladium e palazzo Merulana. Luoghi che vogliono essere altri passaggi obbligati per la crescita di questo progetto».
Qualche ospite?
«Beh, oltre ai molti italiani, avremo sul red carpet nomi come John Travolta e Bill Murray, Wes Anderson, Fanny Ardant e Viola Davis, ma fatemi mettere un grande attore francese come Fabrice Luchini – per Le meilleur reste à venir – e anche Mira Sorvino».
Qui il numero speciale di Hot Corn Weekly dedicato alla Festa.
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