ROMA – Siamo a Modena, nel 1957. Enzo Ferrari (Adam Driver), ex pilota e costruttore delle auto più famose al mondo, a quasi sessant’anni sta vivendo una crisi personale e professionale. L’azienda che dieci anni prima aveva creato dal nulla è in difficoltà e anche il suo matrimonio con la moglie Laura (Penélope Cruz) sta diventando sempre più difficile dopo la morte a soli 24 anni del loro unico figlio, Dino, avvenuta un anno prima, e la scoperta dell’esistenza di Piero, il figlio che ha avuto da una relazione extraconiugale da Lina Lardi (Shailene Woodley). In cerca di riscatto, il Drake decide di puntare tutto su una gara di velocità: la leggendaria Mille Miglia. Parte da qui Ferrari, il nuovo film di Michael Mann in concorso alla Mostra di Venezia, film che arriva otto anni dopo il clamoroso flop di Blackhat con Chris Hemsworth, accolto bene dalla critica, ma bocciato dal pubblico (incassò solo 20 milioni di dollari in tutto il mondo).
Otto anni, lo stesso lasso di tempo della pre-produzione di Ferrari tra l’altro, visto che è dall’agosto 2015 che si vocifera della sua resa con Christian Bale protagonista prima (che lasciò il progetto perché preoccupato di non riuscire a raggiungere il peso forma in tempo) e Hugh Jackman poi all’indomani di Logan – The Wolverine. Infine, ecco Adam Driver che tra questo film e l’atteso Megalopolis di Francis Ford Coppola si prepara ad un biennio di fuoco. Intanto però c’è grande attesa per questo Ferrari ispirato alla biografia Enzo Ferrari: The Man and the Machine di Brock Yates (volume ancora inedito in Italia) e per un’esperienza che si preannuncia epica, spettacolare. La storia di una leggenda e di un mito, ambientata nell’affascinante quanto rischioso mondo delle corse automobilistiche degli anni Cinquanta. Accanto a Driver, oltre a Cruz e Woodley, ecco anche Sarah Gadon, nonché Jack O’Connell e Patrick Dempsey nel ruolo di due piloti: Piero Taruffi e Peter Collins.
Attenzione però a parlarne come un biopic in forma classica, o almeno è così che ci suggerisce il montatore della pellicola, Pietro Scalia, due Oscar con Oliver Stone e qui alla prima con Michael Mann: «Un progetto che Michael voleva fare da tanti anni, da tempo volevo lavorare con lui. Ho letto varie stesure dello script, e l’ultimo era veramente molto bella. Il film non è un biopic su Ferrari però, ma una storia specifica su un suo periodo della sua vita. Diciamo che è quasi come un dramma shakespeariano…». La curiosità aumenta, anche perché se è vero che il film è in lavorazione dal 2015, è presenza fissa nel cuore di Mann da quando, all’inizio degli anni Novanta, avrebbe voluto realizzarlo come produttore subito dopo L’ultimo dei Mohicani, con Sydney Pollack alla regia e Robert De Niro come protagonista. Sarebbe stato un altro film…
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Qui sotto potete vedere una featurette a tema Ferrari e Mann:
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