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Entierro | Carmengloria Morales, il Cile e quel documentario sospeso tra due mondi

Arte, famiglia, poesia: Maura Morales Bergmann dirige un documentario unico da scoprire in streaming

La protagonista di Entierro: la pittrice cilena Carmengloria Morales.

MILANO – Uno schiocco di dita, un bicchiere di vino rosso, un cuore che batte. E poi, il ritmo dell’arte che suona in due anime: musica e pittura si incontrano come vecchi amici, danzano, parlano, si dicono addio. Un documentario ambizioso che inneggia all’importanza dell’essere curiosi oltre ogni confine, Entierro, presentato al Biografilm Festival 2019 (disponibile su Prime Video) nasce come racconto biografico sulla vita di un’importante artista cilena, la pittrice Carmengloria Morales, e del suo grande amico, il compositore Jorge Arriagada. Un’opera che prende vita dalle sue stesse ceneri, visto che in origine aveva un altro nome, Destierro (Esilio) l’esilio che proprio l’artista cilena aveva scelto come luogo per far crescere la sua arte, lontana dalla sua patria, senza mai farne ritorno.

Una scena di Entierro.

Ma nel 2016 succede qualcosa: un incendio distrugge la casa di Carmengloria, il fuoco mangia le opere e gran parte del girato di quello che sarà questo documentario. La storia cambia, i quadri prendono un’altra forma, i colori ribollono di ricordi, le tele mutano ed esplodono nel desiderio di raccontare, con un altro ritmo. Così Entierro prende forma e – non a caso – a dirigere il film è la nipote di quell’artista, Maura Morales Bergmann, all’esordio come regista, già magnifica direttore della fotografia su lavori come Santiago, Italia di Nanni Moretti oppure Onda su Onda di Rocco Papaleo.

Sul set: la regista Maura Morales Bergmann.

Minuto dopo minuto, quello che esce da Entierro è un dialogo intellettuale, profondo, ma al contempo familiare, sincero, quello tra i due artisti, che ripercorrono insieme le emozioni della musica, le energie dei poeti (Pasolini, Eco), storie magiche insomma, che si raccontano anche solo per gioco. Un dittico, come una delle opere principali della Morales, tra due mondi e due modi di vivere l’arte: quello europeo dell’artista che fa della propria arte un lavoro, e quello dell’intellettuale e precursore dei tempi, come suggerisce New York (città che ti sradica l’anima).

Un altro scatto di Carmengloria Morales.

L’artista cilena si identifica in una valigia, sempre pronta a viaggiare, ad arricchirsi di nuove esperienze, farsi trascinare dalle onde che si infrangono come pennelli su una tela. Lunghe inquadrature immergono lo spettatore nella profondità di ogni tocco di colore e anche la musica non è scelta a caso: Marco Sinopoli, figlio d’arte del celebre compositore, regala una colonna sonora intensa, un jazz tenebroso spezzato dalle tonalità della classica. Un genere nuovo che coinvolge, incastrando perfettamente ritmi ed immagini. La Morales paragonerà il suo amore per l’arte al mito di Marsia e Apollo, una storia intrisa di libertà e di voglia di espressione sopra ogni limite. Ad un anno dall’incendio infatti, la pittrice cilena organizzerà una mostra per tutte le sue opere danneggiate dal grave incendio. Titolo? Done by Fire. A rappresentare il suo amore per la pittura, forza della natura forgiata dalle fiamme. Da vedere.

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