MILANO – Sidonie Perceval, un’affermata scrittrice francese, ha rinunciato a scrivere dopo la perdita del marito. Invitata in Giappone per promuovere la riedizione del suo primo libro, viene accolta dal suo editore locale che la porta a Kyoto, la città dei santuari e dei templi. Mentre viaggiano insieme in Giappone tra i ciliegi in fiore, lei si apre lentamente a lui. Ma il fantasma del marito la segue: Sidonie dovrà imparare a lasciare andare il passato per riuscire ad amare di nuovo. Parte da qui Viaggio in Giappone, il nuovo film di Élise Girard con protagonisti Isabelle Huppert, Tsuyoshi Ihara e August Diehl ora al cinema con Academy Two. L’abbiamo incontrata per farci raccontare la genesi, i riferimenti visivi e cinematografici, la scelta della Huppert come protagonista e tanto altro.

L’IDEA – «La sensazione che ho provato quando ho scoperto il Giappone nel 2013. Come Sidonie, sono stata accolta in condizioni ideali e ho scoperto il bellissimo Giappone. La gentilezza degli interlocutori, il silenzio, la calma e il fatto di non capire nulla, mi hanno immerso nell’introspezione. È stata una sensazione molto speciale ed è il punto di partenza del mio film.»

ISABELLE HUPPERT – «Sì, ho scritto Viaggio in Giappone pensando a lei, il suo viso risaltava. Abbiamo scritto le scene con Maud Ameline e ogni volta che la vedevamo ci dicevamo che era Sidonie.»

LA MUSICA – «Con il compositore Gérard Massini abbiamo lavorato a distanza e la cosa è stata complicata dal fatto che non era abituato a comporre per il cinema. A poco a poco siamo riusciti a capirci. I miei riferimenti erano le composizioni di Bach, molti dei quali alla fine sono stati chiamati in causa perché fare meglio di Bach è complicato!»

I RIFERIMENTI – «David Hockney e i dipinti giapponesi con i loro colori particolari hanno influito tanto in Viaggio in Giappone, e poi il cinema di Yasujirō Ozu e Mikio Naruse, Joseph L. Mankiewicz, la Nouvelle Vague di François Truffaut e Jean-Luc Godard e i grandi autori italiani. Adoro Roberto Rossellini, Vittorio Zurlini, Federico Fellini e tanti altri, la lista è lunga ci sono molti grandi registi nel mondo.»
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