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Viaggio in Giappone | Isabelle Huppert, il dolore di Élise Girard e i fantasmi del passato

Il viaggio, i fantasmi, August Diehl e Tsuyoshi Ihara e quel legame con Lost in Translation…

Isabelle Huppert e August Diehl in una scena di Viaggio in Giappone, un film di Élise Girard, al cinema dall'11 gennaio per Academy Two
Isabelle Huppert e August Diehl in una scena di Viaggio in Giappone, un film di Élise Girard, al cinema dall'11 gennaio per Academy Two

FIRENZE – Lo avevamo visto tra i titoli presentati a France Odeon, festival del cinema francese di Firenze, scelta brillante e non scontata del direttore Francesco Ranieri Martinotti che regala al pubblico un dolcissimo capolavoro: Viaggio in Giappone di Élise Girard, ora in sala dall’11 gennaio con Academy Two. Un film apparentemente piccolo, ma pensato, scritto e girato così bene, da ricordare non tanto Lost in Translation di Sofia Coppola dalla trama similare, quanto invece il cinema di François Truffaut, sia nei toni che nei sapori. È vero infatti che Sidonie, portata in scena da Isabelle Huppert, si trova simpaticamente a disagio con la cultura e con le persone giapponesi, come il personaggio di Antoine Doinel nel quarto film del suo ciclo (Non drammatizziamo…è solo questione di corna) in cui ha una relazione con una donna giapponese.

Isabelle Huppert e Tsuyoshi Ihara al centro del racconto di Sidonie au Japon
Isabelle Huppert e Tsuyoshi Ihara al centro del racconto di Viaggio in Giappone

Ma il confronto si fonda soprattutto su come la regista Élise Girard gira il suo film e su come girava Truffaut. Entrambi bene, anzi, benissimo, sempre accompagnati da musiche straordinarie, posizionate nei momenti giusti. Che cosa significhi girare bene è un mistero, tutto può essere fatto a rigore e non avere lo stesso effetto che hanno i film di Truffaut o il film della Girard. Ma andiamo con ordine: Viaggio in Giappone racconta di una scrittrice di successo che arriva a Tokyo, dove l’editore nipponico l’ha invitata per un giro di conferenze in occasione della ristampa di uno dei suoi romanzi. Il viaggio cullerà i due personaggi alla ricerca di un nuovo inizio, che faccia dimenticare per sempre le proprie ferite.

Viaggio in Giappone, un film di Élise Girard, al cinema dall'11 gennaio per Academy Two
Viaggio in Giappone sarà al cinema dall’11 gennaio per Academy Two

Quelle di lei, in particolare, legate allo straziante lutto del marito (August Diehl) dalla presenza fissa come fantasma di dolore durante il viaggio. La montagna, il mare, i giardini, gli auditorium per le conferenze, gli hotel, i grattaceli, tutto è descritto dalla macchina da presa della Girard come se fosse una penna, o meglio, una matita dal tratto leggero ed elegante. Delicatezza, dolcezza, lieve ironia sono le migliori qualità di un film delizioso, ma anche i suoi interpreti sono perfetti, sempre in scena, sempre che incuriosiscono: Huppert e Ihara, dall’alchimia contagiosa. Viaggio in Giappone cattura l’essenza della solitudine e della speranza, e quindi della bellezza.

Isabelle Huppert e Tsuyoshi Ihara in un momento del film
Isabelle Huppert e Tsuyoshi Ihara in un momento del film

Per questo è da intendersi come un capolavoro e per questo la Girard è una regista eccellente. Un’opera semplice, Viaggio in Giappone, ma riuscire a esserlo è la cosa più difficile del mondo, probabilmente un dono innato contro cui si scaglia la complessa mediocrità di chi ne è privo. Il genio e il mediocre, destinati a un’ovvia incomprensione reciproca, scientifica e creativa, possono sublimare il loro difficile rapporto nel rispetto reciproco se non nell’amicizia, fondata su una salvifica ironia e su uno scambio di ruoli potenzialmente fruttuoso. Da qui la perla della Girard, autrice di un viaggio tra le pieghe del cuore francese che vorremmo non finisse mai…

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