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Elisabeth Moss: «The Veil, la penna di Steven Knight e il fascino irresistibile delle spie»

Il personaggio, il set, la Turchia: a Pasadena con l’attrice per farci raccontare la nuova serie Disney+

The Veil
Elisabeth Moss nel ruolo di Imogen Salter in The Veil.

PASADENA – Un pomeriggio di qualche anno fa, in un bar di un hotel di Parigi, la produttrice Denise Di Novi inizia a parlare con un signore seduto al bancone. Dopo un paio di drink di troppo, l’uomo rivela di essere un agente in pensione della DGSE, la Direction Générale de la Sécurité Extérieure, i servizi segreti francesi. «Mi ha raccontato di quanto fosse difficile lavorare con altre agenzie di intelligence, perché i servizi segreti francesi sono molto chiusi, più riservati rispetto a CIA o MI6», spiega a Hot Corn la produttrice durante il nostro incontro al Langham Hotel di Pasadena. «Non credo avrei mai avuto l’idea per The Veil se quell’incontro non fosse avvenuto». Un’idea concretizzatasi nel 2022 insieme a Steven Knight, ovvero l’uomo che ha creato Peaky Blinders e che ha portato a The Veil, spy thriller ora su Disney+. «È una storia d’amore tra spie», ci spiega Elisabeth Moss – che dopo Mad Men e The Handmaid’s Tale, dà il volto ad un’altra serie e a un’altra protagonista – qui a Pasadena insieme a Steven Knight e alla Di Novi.

The Veil
Elisabeth Moss in una scena di The Veil in Turchia.

IL FASCINO DELLA SPIA – «C’è molto romanticismo in questa storia. Steve è uno scrittore incredibilmente poliedrico. Nonostante la quantità di prove che ho dovuto fare per l’accento e per l’addestramento ai combattimenti (durante le riprese a Istanbul, l’attrice si è fratturata una vertebra, nda), mi sono divertita molto e – anche se sembra impossibile da dire – l’ho trovato più impegnativo di The Handmaid’s Tale. Per me è stato un periodo fantastico tra la Turchia, la Francia e Londra. Le trame di queste storie spionistiche sono sempre affascinanti e sono stata entusiasta fin dal giorno in cui mi è arrivato il copione di The Veil. Sono una grande fan del genere, ho sempre desiderato interpretare una spia. Per costruire la mia Imogen ho fatto molte ricerche leggendo libri sullo spionaggio femminile, ma il problema delle spie è – ovviamente – che non sempre vogliono parlare di quello che fanno. Ho dovuto quindi seguire quello che ha scritto Steve e affidarmi al mio istinto».

Ricordate L’attimo fuggente? Josh Charles nel ruolo di Max Peterson, agente della CIA.

LA STORIA – «La storia di The Veil inizia dall’idea di un attrito tra le varie agenzie di intelligence sulla questione delle nuove minacce: il Secret Intelligence Service è l’agenzia di spionaggio più comunemente nota come MI6, la Direction générale de la Sécurité extérieure, comunemente conosciuta anche con la sigla DGSE, è il servizio informazioni all’estero della Francia. La produzione ha avuto un meraviglioso consulente tecnico, un ex agente dell’MI6. La storia mi ha colpito perché i grandi conflitti alla fine si riducono agli individui. Qui vogliamo prendere questioni enormi e ridurle a due persone in un’auto che guidano nella neve, come accade nel primo episodio, impegnati in una conversazione che può influire sul destino di migliaia di persone».

Nella neve: un’altra scena di The Veil.

IMOGEN SALTER – «Imogen arriva da lontano. Una delle cose che hanno influenzato Steve Knight nello scrivere il personaggio è stata la conoscenza di una persona che gli ha raccontato che sua nonna, quando è andata in pensione, ha invitato lui e altri famigliari a casa per il pranzo della domenica. Durante il pranzo ha confessato: “Negli ultimi 35 anni sono stata un agente dell’MI6”. Nessuno aveva la minima idea che lei facesse quel mestiere. È una storia vera. Il punto è che questo tipo di persone esiste e molto del background della mia Imogen Salter ha a che fare con l’essere inglese. Per perfezionare l’accento ho lavorato più duramente di quanto non abbia mai fatto, perché a volte tendo a fare poche ricerche o a lavorare con poco anticipo. Ma per questo mi sono esercitata per circa sei mesi: ho iniziato a settembre e abbiamo cominciato a girare a febbraio. C’è una certa pressione quando si tratta di questo tipo di cose e non volevo che diventasse un ostacolo. Volevo rendere giustizia alla sceneggiatura».

I soliti sospetti: Josh Charles e Dali Benssalah in The Veil.

PREPARAZIONE FISICA – «Nella mia carriera ho fatto una discreta quantità di scene di combattimento, ma di solito per difendere. Ho sempre interpretato personaggi che non erano addestrati a combattere, quindi si trattava di reagire come un normale essere umano. Ciò che è stato divertente per me è che Imogen è una combattente addestrata e questo è stato davvero diverso da quello che ho fatto in tutta la mia carriera. Ci sono tre grandi scene di combattimento per me e per ognuna mi sono sottoposta a settimane di preparazione fisica. La prima volta che ne abbiamo parlato, Steve mi ha descritto il personaggio di Imogen e mi ha spiegato il suo mutamento di forma e di come lei interpretasse tutte queste persone diverse ma anche di come fosse in grado di lasciarle andare. Stavamo parlando del fatto che quando interpreta qualcuno, Imogen, non mente, anzi è più sincera di quanto possa mai essere. Gli ho detto: “Quindi è un’attrice?”. E lui
mi ha risposto: “Esatto”…».

Yumna Marwan nel ruolo di Adilah El Idrissi, sospettata di essere dell’ISIS.

LA TURCHIA – «Come potete vedere, le location sono una parte importante della serie. The Veil inizia in Turchia dove, quando abbiamo girato, faceva freddo, decisamente freddo. Abbiamo avuto la fortuna che ci fosse un vortice polare prima di iniziare le riprese, quindi c’era molta neve, il che era perfetto a livello visivo per il set. Ho girato spesso in Canada, quindi sono abituata al freddo, ma questo era un freddo di montagna, molto diverso. Comunque, anche se è stato molto difficile, ci siamo sentiti incredibilmente fortunati che la FX ci abbia permesso di andare in questa zona e su una montagna che di solito non si frequenta, dove tanto meno si gira. Credo che visivamente faccia la differenza…».

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