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Eiffel | Romain Duris e quella Torre per una (vera) love story d’altri tempi

Martin Bourboulon racconta (spettacolarizzandola) la storia dietro uno dei simboli di Parigi

Eiffel, e la storia vera dietro la torre più famosa del mond
Eiffel, e la storia vera dietro la torre più famosa del mond

MILANO – Che cosa c’entra la Tour Eiffel con il giorno di San Valentino? Lo scopriamo in Eiffel, film Sky Original diretto da Martin Bourboulon che racconta proprio come le vicende amorose personali dell’ingegnere Gustave Eiffel contribuirono nei fatti alla realizzazione dell’iconica Torre. Eiffel aveva da poco finito di collaborare alla costruzione della Statua della Libertà (sapevate ci fosse il suo zampino?) e il Governo francese voleva incensarlo richiedendogli qualcosa di spettacolare per l’Esposizione Universale di Parigi a cento anni dalla Rivoluzione. Inizialmente più propenso alla realizzazione di una rete metropolitana ritenuta di maggior utilità, Eiffel si convinse solo successivamente a sfidare i limiti del tempo proponendo una torre in ferro alta ben trecento metri. A esser determinante in questo cambio d’idea repentino fu Adrianne Bourgès, donna amata in gioventù.

Romain Duris è Gustave Eiffel
Romain Duris è Gustave Eiffel

È proprio vero quanto dichiarato nei materiali pubblicitari del film ovvero che, dopo la sua visione, non guarderemo più la torre con gli stessi occhi. Scoprire infatti che si celi una travagliata storia d’amore dietro un monumento tanto rinomato lo rende ai nostri occhi molto più umano e accattivante. Eiffel è qui il protagonista di uno di quegli amori impossibili che, come “Mine vaganti” ci insegna, son quelli che non finiscono mai. Ma non manca inevitabilmente nel film la celebrazione di Eiffel in quanto leader efficace, fine tecnico della costruzione e uomo consapevole dei dettami del suo tempo (la richiesta di approvazione della stampa ci ha in parte riportato alle atmosfere del recente Illusioni perdute). Lungimirante fu inoltre l’architetto nell’insistere perché la torre venisse edificata in pieno centro, affinché tutti i cittadini potessero goderne a prescindere dall’estrazione sociale: era il suo un monumento all’audacia e all’ambizione umana. A ben pensarci ha del clamoroso quanto la torre sia diventata simbolo predominante di Parigi nonostante la sua età ben più giovane rispetto ad altre meraviglie della Ville Lumière.

eiffel
Sul set del film

Gustave Eiffel ha qui le vesti di Romain Duris, stella polare nella cinematografia d’Oltralpe che mai ci stanchiamo di vedere all’opera per la sua estrema credibilità a cavallo tra epoche e contesti diversi (ve lo ricordate così incredibilmente istrionico ne Il truffacuori?). L’affascinante Adrianne Bourgès è invece Emma Mackey della serie Netflix Sex Education qui in una delle sue prime esperienze cinematografiche, ma già con la credibilità e la statura dell’attrice navigata. Svariati i riferimenti esplicitamente dichiarati dal regista Martin Bourbolon nella costruzione della sua pellicola: Il petroliere di Paul Thomas Anderson per le tinte e le atmosfere del tempo e First Man di Damien Chazelle per il ritratto intimo di un eroico personaggio come Neil Armstrong alle prese con un’altra impresa senza precedenti. Il pregio di Eiffel è probabilmente quello di rendere la Storia ancora più spettacolare servendosi dagli effetti speciali a servizio della cultura popolare.

Costruendo la Torre Eiffel
Costruendo la Torre Eiffel

La curiosità intellettuale di chi ha visto l’evoluzione della Tour Eiffel soltanto in fotografia viene qui infatti soddisfatta, facendoci dunque perdonare un finale forse eccessivamente sbrigativo, ma comunque coerente con la vocazione popolare (nel senso più nobile del termine) della pellicola. Ultima nota di merito non può che andare alle musiche del due volte Premio Oscar Alexandre Desplat che sempre più risulta il compositore più riconoscibile tra quelli del nostro tempo. Il tocco à la Desplat a tratti è palpabile e perfettamente incarna la dicotomia tra tensione e romanticismo che pervade la pellicola. Pensate un po’ che ci ha fatto tornare alla mente la partitura dell’hitchcockiano Marnie firmata da quell’altro maestro della composizione che fu Bernard Hermann.

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  • VIDEO | Qui per il trailer del film

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