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Alberto Sordi e la riscoperta in TV, tra Edoardo Pesce, Fellini e una leggenda italiana

Gosibile e piacevole: Permette? Alberto Sordi e quell’omaggio a un simbolo assoluto

Edoardo Pesce è Alberto Sordi
Edoardo Pesce è Alberto Sordi

ROMA – Cento anni fa nasceva a Roma Alberto Sordi, attore, regista, compositore, cantante e soprattutto maschera tra le più amate dal pubblico italiano, addirittura un simbolo dell’italianità del Novecento che si rispecchiava (e si rispecchia ancora oggi) in tutto e per tutto nei personaggi interpretati da Albertone. È quindi un omaggio vero quello firmato da Luca Manfredi, autore di Permette? Alberto Sordi, appena visto su Rai1, più una sospresa che una fiction, in cui si raccontano i primi anni di Sordi prima del successo del suo Nando Moriconi in Un giorno in Pretura. Nei panni di Albertone c’è Edoardo Pesce, già David di Donatello per Dogman di Matteo Garrone, ancora una volta brillante e assolutamente credibile (e non era facile, no) nella sua prova attoriale a fianco del giovane Federico Fellini (Alberto Paradossi).

Edoardo Pesce
Alberto Sordi a cena con Aldo Fabrizi (Lillo, che sorpresa!) e Andreina Pagnani (Pia Lanciotti).

Nel film, coprodotto da Rai Fiction e Ocean Productions, vengono ripercorsi gli anni giovanili di Sordi, da quando, appena diciottenne, fu espulso dall’accademia dei Filodrammatici di Milano, a causa di insanabili conflitti con la severissima insegnante, alle comparsate a Cinecittà. In tanti avrebbero mollato, ma Sordi non si arrese diventando prima un doppiatore quotato – sua l’inconfondibile voce di Oliver Hardy – e poi attore. Tanti gli amori, la storia più importante con Andreina Pagnani, e le amicizie, su tutti quella con Fellini che qui vediamo anche sul set de Lo sceicco bianco. Un racconto tenero, affettuoso, senza mai voler strafare, sia nei momenti familiari che in quelli professionali.

Edoardo Pesce
In sala di doppiaggio per diventare Oliver Hardy

Per Luca Manfredi, autore anche del film dedicato al grande padre Nino (interpretato da Elio Germano), dirigere Permette? Alberto Sordi è stato come ritrovare un vecchio amico che aveva conosciuto molto tempo fa: «Ho conosciuto da vicino Alberto e questo mi ha permesso di portare nel personaggio alcune caratteristiche personali. Sono felice di aver contribuito a esaltare un vero patrimonio culturale del nostro cinema, che ahimè rischia di essere dimenticato. Secondo un sondaggio, la maggior parte dei giovani italiani collega il nome di Albertone allo sciatore Tomba o ad Alberto Angela. Ecco, credo sia essenziale tutelare la memoria artistica di questi personaggi, anche per far capire quanta fatica abbiano fatto per diventare quello che sono diventati».

Edoardo Pesce
Un sogno chiamato Cinecittà

Permette? Alberto Sordi si regge in tutto e per tutto sulle spalle del suo protagonista, Edoardo Pesce. Un’interpretazione poco mimetica e molto sentita, quella di Pesce, che su consiglio di Marcello Fonte – suo partner in Dogman – lo scorso 15 giugno, giorno del compleanno di Sordi è andato a portare due fiori sulla sua tomba, chiedendogli una mano. «Quando Luca mi ha fatto chiamare per presentarmi il progetto ho risposto con entusiasmo, poi ho chiesto chi avrebbe interpretato Sordi», ha raccontato sorridendo. Poteva essere un massacro (Sordi è inavvicinabile) invece a Pesce è riuscito un mezzo miracolo: evocare Sordi senza scimmiottarlo.

Edoardo Pesce
Sordi e Steno (Massimo De Santis) alla prima di Un americano a Roma

«Ho capito che sarebbe stata un’esperienza unica già dal provino, che è durato otto ore. Abbiamo girato tre scene con tutta la troupe e non è una cosa usuale. Man mano che si andava avanti mi sono accorto di avere qualcosa di simile a lui. Con Luca abbiamo lavorato tanto sulla sua romanità, tarando assieme il personaggio. Non volevo essere pretenzioso, ma alla fine ci siamo detti che il pubblico avrebbe voluto vedere un po’ di Sordi. Ecco allora il mio modo di parlare e il saltello, che mi è venuto subito bene. Quanto alle ricerche, non ne ho fatte troppe, mi è bastato il Sordi che conoscevo, emblema di una romanità nobile e bella» ha spiegato Edoardo Pesce.

Edoardo Pesce
Sordi e Fellini (Alberto Paradossi) e l’Oscar in arrivo

Nel 1979, il programma della Seconda Rete, Storia di un italiano, conquistò i telespettatori, contribuendo in maniera inconfutabile a far conoscere al grande pubblico la straordinaria opera di un genio della comicità. Oggi il compito spetta ad un film che prova a mettere in luce gli aspetti meno noti di Sordi secondo Pesce: «E mi sono affezionato ancora di più al personaggio. Si è creata una magia che mi ha permesso di immaginare un Sordi privato che ho sentito vicino, quasi fosse in una posizione paterna. Ci ho messo un po’ della tenerezza che mi appartiene, una forma di malinconia fanciullesca che appartiene a tutti i miei personaggi, anche quelli più cattivi».

Edoardo Pesce
Alberto Sordi e sua madre Maria (Paola Tiziana Cruciani)

E non sembri strano questo sentimento associato ad un personaggio in genere riconosciuto come cinico. «Si era creato una vera e propria bolla, un nucleo di protezione isolato dal resto dove potevano entrare solo il fratello Pino e le sorelle Savina e Aurelia. Questo perché il lavoro era la sua missione principale» ha detto Luca Manfredi, che ha anche raccontato un aneddoto molto noto legato a Sordi. «Un giorno venne a casa per lavorare con mio padre alla sceneggiatura del film di Scola, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? e durante il pranzo a cui abbiamo partecipato tutti ci guardò e disse: “Ammazza Ni’ che bella famija che c’hai”. Quando papà gli chiese se pensasse o meno a sposarsi, rispose nella maniera che conosciamo tutti, “E che me metto n’estranea dentro casa?”».

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Edoardo Pesce è Alberto Sordi in Permette? Alberto Sordi

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