ROMA – Un film, sì. Anzi, no, molto di più. Ma cos’è esattamente Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)? Il racconto di un uomo, Oreste Nardi (Marcello Mastroianni), muratore schierato nelle lotte operaie e con moglie e figli a carico, che si innamora di Adelaide Ciafrocchi (Monica Vitti), stralunata fiorista del Verano. Accecato dalla passione, abbandona la famiglia per buttarsi nelle sue braccia. Ma il loro idillio è destinato a durare ben poco, a causa dell’entrata in scena di Nello Serafini (Giancarlo Giannini), giovane e focoso pizzaiolo toscano. Dopo i primi scontri, il trio cercherà di trovare un accordo, una sorta di impossibile equilibrio per un sedicente ménage à trois, che però fallirà – inevitabilmente e tragicamente – ancora prima di iniziare.

Si tratta di una storiella popolare divertente e genuina, incentrata però su di un complicato triangolo amoroso, così come due ben più noti film del decennio precedente, ovvero Straziami ma di baci saziami (1968) e Divorzio all’Italiana (1961). Ma rispetto a queste due pellicole, in Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) Ettore Scola ha un colpo di genio e aggiorna il genere arricchendolo di spunti presi dalla sottocultura pop del periodo: fotoromanzi, canzonette, pruriginose storie di cronaca rosa e nera. Il tutto elegantemente accompagnato dalla colonna sonora di Armando Trovajoli e dalla sceneggiatura perfetta firmata Age & Scarpelli.

La trovata principale di Dramma della Gelosia (lo trovate su RaiPlay e Prime Video) rimane però la struttura interlocutoria tramite cui Oreste, Adelaide e Nello si rivolgono allo schermo per parlare al giudice (nonché allo spettatore) per narrare i fatti, ciascuno dal proprio punto di vista, creando in tal modo una narrazione tripartita di un fantomatico processo la cui causa, mostrata nel finale, è già sottintesa nel titolo. Esponendosi in maniera tanto diretta a bucare la quarta parete, i personaggi si raccontano così per quello che sono, macchiette caricaturali con pulsioni e sentimenti differenti, evidenziando come questi vadano a concatenarsi e sviluppare la tragicommedia fino al drammatico finale.

E Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) risulterà assai funzionale nel definire anche le caratterizzazioni di Monica Vitti e Giancarlo Giannini, che si ritroveranno poi anche in A mezzanotte va la ronda del piacere. Imperdibile anche la prova di Mastroianni, che vinse la Palma d’oro per l’interpretazione Cannes nel 1970 e un anno dopo tornò a girare con Scola per Permette? Rocco Papaleo. Rivista oggi l’opera di Scola risulta invecchiata più che bene (e la colonna sonora pure), in virtù sì di una tematica – quella del triangolo amoroso – in fondo sempre attuale, ma soprattutto di una folgorante forma narrativa che, nonostante i quasi cinquant’anni, non ha perso un briciolo di modernità.
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