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Diego Simeone: «Il calcio, il passato, i rimpianti: la mia vita raccontata in una serie»

Il calcio? Non solo. Il Cholo si racconta in una serie: Simeone. Vivere partita dopo partita

Diego Simeone alla presentazione di Simeone. Vivere partita dopo partita di Prime Video.

MILANO – Messi e i due Ronaldo, Beckham e Mourinho, Sergio Ramos, Suárez, Koke e anche Pep Guardiola: non mancano gli ospiti illustri in Simeone. Vivere partita dopo partita – nuova serie in sei puntate di Prime Video – eppure la parte migliore è quella che si avventura nella vita privata di Diego Pablo Simeone González in arte Cholo, allenatore dell’Atletico Madrid, rivelando l’uomo dietro la leggenda, il padre, ma anche il figlio, tra Buenos Aires, Madrid e il mondo. Sincero fino alla commozione, Simeone si siede in collegamento da Madrid per raccontare la serie e quanto è stato difficile lasciarsi andare davanti alle telecamere.

Diego Simeone alla presentazione della serie.
Diego Simeone alla presentazione della serie.

LA SERIE – «No, non è stato facile raccontarmi davanti ad una telecamera e lasciare entrare nella mia vita di ogni giorno altre persone, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e posso dire che sono felice del risultato. Simeone. Vivere partita dopo partita racconta la mia carriera come calciatore e come allenatore, ma è anche un lungo viaggio dentro la mia vita privata. Credo sia interessante che la serie riveli una parte del Cholo che la gente, sia tifosi che pubblico, non vede dall’esterno. E non importa essere appassionati di calcio, perché è la mia storia, la storia di un uomo che ha preso questa strada…».

Diego Simeone
Simeone sul bus dell’Atletico Madrid in una scena della serie.

LA SCENA – «All’inizio è stato difficile, ma poi, scena dopo scena, ci sono stati molti bei momenti durante le riprese, momenti che mi sono anche serviti a riflettere sul passato. Una delle scene che più mi ha colpito è stata sicuramente la chiacchierata con mio padre a Buenos Aires, davanti a casa nostra. Un momento molto intimo, molto nostro, parlando di vita e di calcio. Il senso del titolo è in quello che diciamo: bisogna giocare partita dopo partita perché non sai mai cosa accadrà dopo. Come nella vita. Sai cosa succederà domani mattina? No. Siamo qui, adesso, e dobbiamo fare i conti con questo».

La faccia privata del Cholo: la grigliata.

L’AMBIZIONE – «La vittoria è importante, ma sono sempre stato ossessionato dal migliorarmi più che dal vincere. Essere sempre meglio, fare sempre un passo in avanti. Come calciatore credo di aver dato tutto il possibile, ho fatto tutto quello che potevo in carriera, mentre come allenatore mi sento ancora giovane, è come se fossi agli inizi. Perdere? Anche perdere è importante, ma è importante però che la sconfitta ti faccia soffrire, ti faccia stare male. Io a volte ci metto anche cinque giorni a farmela passare. Se non soffri, allora non impari nulla».

Diego Simeone e la figlia Francesca.

I RIMPIANTI – «Rimpianti? No, non ne ho, anche perché nel corso della mia carriera ho sempre cercato di decidere attraverso il mio istinto oppure facendo sempre le valutazioni del caso. Non credo ci si possa mai pentire se hai fatto qualcosa che credevi fosse davvero giusto in quel momento. Avrei potuto fare alcune cose in modo migliore? sì, sicuramente, ma va bene così. No, non mi pento di nulla. La mia paura? Solo una: la morte. La morte è l’unica cosa che mi fa paura. Il resto no, perché il resto in qualche modo si sistema sempre, no…».

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  • VIDEO | Qui il trailer di Simeone. Vivere partita dopo partita:

 

 

 

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