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Diario di Spezie | Lorenzo Richelmy, Fabrizio Ferracane e la fine dell’innocenza

Cibo e pittura, morte e buio, crimine e innocenza: Massimo Donati porta il suo libro al cinema

Diario di Spezie
Lorenzo Richelmy e Fabrizio Ferracane in una scena di Diario di Spezie.

MILANO – Arte. Cibo. Morte. Buio. Per Diario di Spezie, il suo debutto alla regia, Massimo Donati prende il suo omonimo romanzo vincitore del Solinas Giallonero nel 2006 e ci porta dentro un mondo altro, lontano, segnato da un’altra lingua e guidato da un incontro (quasi) fortuito. Da una parte ecco il timido chef Luca Treves (Lorenzo Richelmy), grande conoscitore di spezie. Dall’altra, il sinistro e sicuro Andreas Dürren-Fischer (Fabrizio Ferracane), restauratore di quadri fiamminghi con la passione per il cibo. Entrambi esperti di arti, quella culinaria e quella pittorica. In comune? Sembrano non aver nulla, se non la capacità di provare a maneggiare con cura e attenzione la vita attraverso le proprie passioni. Eppure no, c’è qualcosa di strano. A partire dalla proposta improvvisa che Dürren-Fischer fa a Treves: quattro giorni con lui.

Diario di spezie
Ferracane e Richelmy, ovvero Andreas e Luca.

Da quella proposta inizia il loro viaggio tra Belgio, Germania e Italia e anche il film a cui assistiamo noi spettatori, attraverso frame che rivelano, in un crescendo di chiaroscuri non soltanto scenografici, tutta la voracità di Andreas, divorato dai fantasmi del passato (il monologo sull’amore di Ferracane, con le parole ripetute più volte, vale il prezzo del biglietto). Per Luca invece, scena dopo scena, cresce la certezza che niente sarà più come prima e così – per lasciare una traccia o per restare ancorato alla realtà – lungo il percorso annota sul suo taccuino informazioni su spezie, ricette, pensieri e riflessioni. Un diario di spezie. Dentro e dietro la storia, un mondo oscuro legato al traffico di minori destinato alla pedofilia, un buio che non conosce verità, ma si nutre solo di bugie e di segreti che non si possono confessare.

Ferracane e Richelmy sul set di Diario di Spezie prima di una scena.

Dentro Diario di Spezie, Donati mette a fuoco tutti i grandi temi cari al thriller, aggiungendo alla coppia di protagonisti, la faccia triste e meravigliosa di Fabrizio Rongione, l’ispettore Philippe Garrant, un uomo a caccia di fantasmi e di una figlia scomparsa. Tutti e tre alle prese con il male assoluto qui fotografato quasi come un thriller scandinavo da Vladan Radovic (che non a caso era su Anime nere con Ferracane) mentre Donati è bravo a tenere le fila della storia con rigore e precisione e a sorvegliare la recitazione. Un film che – senza fare spoiler – in più di un passaggio va oltre il solito crime per diventare una riflessione sull’innocenza e sulla colpa, sulla linea sottile che può separare il bene dal male. Un esordio promettente.

  • INTERVISTE | Donati e Richelmy raccontano il film.
  • VIDEO | Qui il trailer de Diario di Spezie:

 

 

 

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