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Dead Ringers – Inseparabili | Rachel Weisz, il mistero della vita e il fantasma di Cronenberg

Disponibile su Prime Video, la serie ideata da Alice Birch è il remake del cult del regista canadese. Ma com’è?

Inseparabili
Una doppia Rachel Weisz per il remake di Inseparabili.

ROMA – Le gemelle Mantle, Elliot e Beverly, identiche dalla testa ai piedi, condividono tutto: droghe, amanti e un desiderio sfacciato di fare tutto il necessario – anche spingersi oltre i confini dell’etica medica – nel tentativo di sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria alle donne. Sarà l’inizio di un’inesorabile – e inseparabile – discesa negli inferi. Qui inizia Dead Ringers – Inseparabili, serie ideata e scritta da Alice Birch che parte da una premessa ambiziosissima: rileggere un maestro come David Cronenberg in chiave contemporanea. Prodotto da Amazon Studios e Annapurna Television, ora su Prime Video, la serie è infatti il diretto remake di Inseparabili, thriller psicologico con un doppio Jeremy Irons in stato di grazia uscito nel 1988 di cui vi abbiamo raccontato in una puntata di Revisioni qui.

Dead Ringers - Inseparabili è disponibile su Prime Video dal 21 aprile 2023
Dead Ringers – Inseparabili è disponibile su Prime Video

Al posto di Irons, ecco una grande Rachel Weisz scissa equamente nei panni caratteriali della caotica e visionaria Elliot e nell’empatica e più fragile Beverly, su di un’impianto narrativo che vede Dead Ringers ricalcare la struttura del cult cronenberghiano – specie nel sapore dei confronti gemellari che vedono eccellere la Weisz per intensità recitativa – per poi prendere vie nuove, altre, spiazzanti. Laddove l’opera di Cronenberg costeggiava la connotazione medico-ginecologica del racconto, rendendola puramente funzionale e strumentale alle teorizzazioni body horror su manipolazioni e orrori allucinati della Nuova Carne, la visione seriale della Birch ci si butta invece dentro, a capofitto, portando a zero il body horror per sfruttare appieno i topos del medical drama tra manipolazioni genetiche, procedure mediche, pratiche ospedaliere e pazienti coloriti.

Al centro della scena una straripante Rachel Weisz come Elliot e Beverly Mantle
Al centro della scena una straripante Rachel Weisz come Elliot e Beverly Mantle

Una nuova direzione che per certi versi è sempre stata nel destino di Dead Ringers. Nell’autunno del 2005 infatti la HBO annunciò la realizzazione di un remake seriale – con tanto di Cronenberg come executive – inteso come una sorta di risposta concorrenziale a quella Nip/Tuck di casa FX tragicissima, onirica, tremendamente splatter ed erotica, che fece la storia della televisione e le fortune delle meteore Dylan Walsh e Julian McMahon. Non andò mai in porto ma qualcosa di quell’idea rimase nell’aria. Qualcosa saputa captare dall’attivissima Birch che dopo il trittico Sally Rooney tra serialità e cinema (Normal People, Secret Love, Conversation with Friends) e quei Lady Macbeth e Il prodigio con Florence Pugh protagonista assoluta, tenta il grande salto da head-writer con un concept non indifferente.

Dead Ringers è la rilettura moderna di Inseparabili di David Cronenberg
Dead Ringers è la rilettura moderna di Inseparabili di David Cronenberg

E ci riesce in effetti, ma in parte. Per quanto non appartenente al cerchio ristretto delle opere intoccabili di Cronenberg (Videodrome, Il pasto nudo, Crash, eXistenZ), ma, sarà il punto di freddo blu della fotografia, o la disperazione gemellare di un Irons interscambiabile, fragile e feroce al tempo stesso, c’è davvero qualcosa di unico in Inseparabili da renderlo irripetibile. Pur allargando il contesto scenico alimentandolo di una contemporaneità che nel racchiudere in sé l’ambizione, la scienza medica e la risoluzione del mistero della vita, compenetra e colora le dimensioni caratteriali della coppia di gemelli Elliott/Beverly – più funzionale al femminile che non al maschile – Dead Ringers non riesce a fare i conti in alcun modo con il proprio, pesantissimo, passato, dimostrandosi impossibilitato a coglierne l’essenza e il cuore.

Ideata da Alice Birch, Dead Ringers asciuga del tutto il body horror del predecessore per approfondire le dinamiche da medical drama
Ideata da Alice Birch, Dead Ringers asciuga del tutto il body horror del predecessore

Il ritmo preciso e calcolato di quella discesa negli inferi fatta di droga, dipendenza e perversione, viene dissipato da uno sviluppo episodico breve (appena sei puntate) forse non del tutto nelle corde di un simile concept. Oltre che di una grande Weisz però Dead Ringers vive di interessanti suggestioni registiche della squadra Sean Durkin, Lauren Wolkstein, Karena Evans e Karyn Kusama che non perde occasione per giocare con la duplicità della sua sfolgorante interprete tra riflessi e sdoppiamenti, tutti avvolti in un tenue grigio patinato. Una buona serie e un buon adattamento Dead Ringers, intrattenimento intelligente che coinvolge e cattura e di cui sentiremo sicuramente parlare a lungo, ma Cronenberg, forse, avrebbe meritato qualcosa di più…

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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