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Lady Macbeth | Florence Pugh, Šostakovič e la storia vera del film

Una dark lady ambigua e un racconto russo dell’800: da chi ha preso ispirazione William Oldroyd?

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MILANO – Nel 1934, a Leningrado e a Mosca, venne rappresentata Lady Macbeth del Distretto di Mcensk. Un’opera i quattro atti e nove scene composta da Dmitrij Dmitrievič Šostakovič ispirandosi all’omonimo racconto dello scrittore russo Nikolaj Leskov che, a sua volta, era stato ispirato dalla protagonista della tragedia di Shakespeare. Una rappresentazione che scatenò dure critiche da parte delle istituzioni russe sia per il linguaggio che per alcune scene considerate troppo ardite al punto che Stalin la fece bandire.

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Una scena del film

Nelle intenzioni del compositore, invece, c’era la realizzazione di una tetralogia incentrata su personaggi femminili che non vide mai la luce. Un progetto simile a quello ipotizzato dallo stesso Leskov, anch’esso mai portato a termine, incentrato su dodici racconti dedicati a donne di classi sociali differenti. Un secolo e mezzo dopo la sceneggiatrice Alice Birch si è ispirata proprio all’opera di Leskov per lo script di Lady Macbeth. Un debutto alla regia eccezionale firmato da William Oldroyd con protagonista una magnetica Florence Pugh.

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Naomi Ackie e Florence Pugh in una scena di Lady Macbeth

La storia è quella di Catherine, giovane donne data in sposa all’erede di una ricca famiglia in cambio di un terreno. Un matrimonio senza amore, come tanti all’epoca, in cui la ragazza si ritrova imprigionata tra un marito disinteressato, un suocero che la considera responsabile della mancata gravidanza e rigide regole da seguire. Costretta a vivere in casa senza poter uscire, Catherine assaporerà la libertà all’indomani della partenza dei due uomini.

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Florence Pugh e Cosmo Jarvis in una scena del film

Un’indipendenza fatta di passeggiate nelle campagne circostanti la magione e di una relazione nata con lo stalliere Sebastian che ne segnerà l’evoluzione. Da giovane ragazza ingenua e repressa, Catherine si trasforma in una dark lady spietata pronta a sbarazzarsi di qualsiasi ostacolo tra lei e il suo amante. Una figura femminile atipica per la letteratura di metà Ottocento in cui la Birch e Oldroyd hanno intravisto dei punti di contatto per realizzare un film dalle tematiche attuali travestito da dramma in costume che lascia poi il passo ad un thriller sofisticato dalle sfumature gotiche.

Florence Pugh è Catherine

Una protagonista che insabbia la propria coscienza in virtù di una libertà inseguita ad ogni costo per un film che – così come il romanzo di Leskov – parla di rapporti di classe e della ribellione ad un patriarcato violento e psicologicamente asfissiante. Al centro di Lady Macbeth un personaggio femminile ambiguo impossibile da dimenticare per un’opera prima che svela il talento puro di William Oldroyd e di Florence Pugh. Un’opera formalmente impeccabile in cui il regista alterna sequenze che ricordano dipinti ambientate in interni opprimenti agli esterni sconfinati della campagna inglese, l’uso della luce naturale ad inquadrature illuminate dalla fiamma di una candela.

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