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Leo Ortolani: «Night-Man, citazioni e umorismo per fumetto sulla pericolosità dei sogni»

L’autore racconta la miniserie che cita Nightmare. Sei numeri a rilascio mensile targati Panini Comics

Night-Man di Leo Ortolani nella nostra rubrica ComicCorn
Night-Man di Leo Ortolani nella nostra rubrica ComicCorn

ROMA – Per nostra grande felicità, rieccolo: Leo Ortolani torna sulle inflessioni parodistiche spassose di Venerdì 12, in cui giocava con gli stilemi del genere horror e slasher. Questa volta si aggancia ad una delle sue pellicole cult, ovvero Nightmare di Wes Craven, sfornando Night-Man, una miniserie in sei uscite distribuite mensilmente da Panini Comics (il primo numero è uscito il 15 settembre). La storia? Come fu per Nightmare, anche qui ci troviamo – più o meno! – nel mondo dei sogni. Il protagonista è Night-Man, signore degli incubi e re della notte, che si diverte a spaventare tutti coloro che scendono nel suo mondo. Ma anche gli incubi devono fare i conti con gli imprevisti, e allora tutto cambia quando si imbatte nella bella Anna. Attenzione: potrebbe sembrare un Harmony ma non lo è, e le pieghe della storia prendono ben presto un’atmosfera che citano e giocano con le atmosfere orrorifiche Anni Novanta.

La cover di Night-Man
La cover di Night-Man

Il tutto, ovviamente, miscelato dalla tipica scrittura umoristica di Leo Ortolani con cui abbiamo passato una mezz’ora al telefono in occasione dell’uscita di Night-Man. Il primo spunto arriva da una tavola che rivede il celebre quadro Incubo di Füssli: «In quel quadro c’è l’identità e c’è un incubo che si poggia sul petto, e poi c’è questo cavallo… sembra si affacci fuori da un camerino! Scherzi a parte, da qui è partita una specie di parodia di Nightmare. Da quel quadro ho preso il co-protagonista, un parademone. Questo quadro mi ha ispirato. Del resto quando si realizzano fumetti si fa sempre un grande minestrone». Così, chiediamo all’autore se la pittura possa essere considerata una primordiale forma di cinema e di fumetto: «Senza far confluire un media nell’altro, le scene e le immagini le rappresentavi attraverso la pittura. Realizzare un quadro è una cosa che va studiata, nel fumetto hai le pagine, hai le vignette, che ti creano il racconto. Un racconto sequenziale. Il cinema è diverso, hai la pellicola. O meglio, avevi la pellicola. Nel fumetto poi devi andare avanti, nel cinema il tempo lo tiene il minutaggio. Però sono tutti e tre dei media e ci sono delle similitudini. Alcune storie a fumetti ricordano un film o viceversa».

La tavola che cita Incubo di Fusli
La tavola che cita Incubo di Füssli

Night-Man riporta finalmente in auge gli Anni Novata. E, forse, possiamo dire che gli Anni Ottanta stanno per essere finalmente superati nel mondo dell’intrattenimento. Un pensiero su cui è d’accordo Ortolani. «Essendo partito alla fine degli Anni Sessanta ho fatto tutti i decenni successivi. Gli Anni Ottanta li ho vissuti, e per dire Stranger Things non l’ho seguita perché quegli anni li conosco bene. Gli Anni Ottanta fondamentalmente erano terribili, tra acconciature e trash vari… Rivedendo il primo Nightmare mi sono accorto di quanto le acconciature fossero oscene! Freddy Kruger era il più elegante di tutti», continua il fumettista, «Insomma, rendere mitici gli Anni Ottanta è una cosa attuale, portata avanti da chi li ha vissuti. Ora stiamo andando avanti, e le piattaforme ti fanno rivivere quello che hai vissuto. Tra trent’anni faranno i film sul twerking… E poi insomma, negli Anni Novata è uscito X-Files… nonostante non sia stata portata avanti benissimo è una serie unica. Dai, anche basta con questi Anni Ottanta!».

Un altro momento di Night-Man di Leo Ortolani
Un altro momento di Night-Man di Leo Ortolani

Sposando in pieno il suo pensiero, gli chiediamo da dove è partito per scrivere Night-Man: «Sono partito da una vecchia parodia scritta proprio negli Anni Ottanta. La struttura c’era tutta, per quanto poi fosse ingenua. Mi piaceva l’idea di un incubo che si innamorava di una donna, anche se poi questa donna è Anna Badaloni, un’entità femminile che non sa mai quello che vuole!». Citazioni, parodie e costanti rivisitazioni pop. Non possiamo che non aprire la parentesi sui remake, sui reboot e sui sequel che popolano la sala cinematografica. «Siamo in un momento in cui si cerca il prodotto che faccia soldi, e se non c’è un’idea di forte si ripropone l’idea vecchia», confida Ortolani, «Io sono tra quelli che gode, per dirti, ad andare a vedere Fast and Furious. C’è da dire che i remake sono sempre stati fatti, pensiamo a A Star is Born. Va considerato che i produttori di oggi sono i ragazzi di ieri, e vuole rivedere quello che ha vissuto da ragazzo. Finché funziona… E credo che prima o poi arrivino gli attori digitalizzati… Luke in The Mandalorian è pazzesco! Spero di no comunque, perché amo il cinema artigianale e vero. Ho visto da poco Il Signore delle Formiche. Bello!».

“Non possiamo sfuggire ai nostr sogni”

Il primo numero di Night-Man si conclude con una postfazione in cui Leo Ortolani spiega quanto sia importante ma pericoloso sognare, finendo poi il discorso con un’esortazione decisamente emblematica: “Svegliatevi!”. In conclusione, non possiamo non chiedergli cosa si nasconde dietro l’imperativo: «Nella mia stanzetta mentale ho sempre adorato i sogni, ti fanno vivere una seconda vita. Spesso vivo gli stessi sogni e gli stessi ambienti. Però è ovvio che “Svegliatevi” è un’esortazione di chi grida nel deserto. Basta vedere la situazione politica generale, o la gestione generale della vita. Poi pensiamo alla potenza dello smartphone sui ragazzi. Loro vivono su questo schermo. Adesso, se non usi il telefono c’è qualcosa strana. È una cosa che ti devia, un vizio. Continui a vedere i messaggi, le notifiche… In questa maniera ti addormenti e vivi attraverso uno schermo. Non voglio insegnare nulla a nessuno, perché ci sono dentro, eppure mi rendo conto che bisogno staccarsi, e tornare a toccare con mano la realtà senza sognare ad occhi aperti».

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