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Corri ragazzo corri | La fuga di Yoram Fridman e la storia vera dietro il film

Tratto dal romanzo di Uri Orlev, il film ripercorre la fuga di un bambino dalla caccia dei nazisti

corri ragazzo corri

ROMA – «Srulik, non c’è tempo. Non devi dimenticare quello che sto per dirti. Devi restare vivo! Mi senti? Trova qualcuno che possa insegnarti come comportarti in mezzo ai cristiani. E la cosa più importante, Srulik: dimentica il tuo nome. Cancellalo dalla tua memoria. D’ora in poi il tuo nome è Jurek Staniak. Ma anche se dimenticherai tutto, perfino me e tua madre, non dimenticare mai che sei ebreo». È uno dei momenti chiave di Corri ragazzo corri, il film diretto da Pepe Danquart e ispirato dal best seller di Uri Orlev in cui il padre del giovane protagonista incita suo figlio a salvarsi la vita dalla furia dei nazisti in cerca di ebrei da deportare nei campi di concentramento. Una sequenza straziante che evoca uno dei tanti, dolorosi episodi vissuti da Yoram Fridman nella sua vita.

Corri ragazzo corri
Una scena di Corri ragazzo corri

Eventi condensati prima dal best seller di Orlev poi portati sul grande schermo dal regista tedesco. «Come opera di finzione la storia sembra perfino troppo assurda per essere vera. Ma quel ragazzino è sopravvissuto e fino alla sua morte l’ha raccontata a chiunque abbia avuto voglia di ascoltarla», ha raccontato Danquart, «Con il mio film volevo far conoscere questa storia a coloro che non l’avevano ancora sentita perché chiunque vedrà il viaggio di Jurek non potrà non emozionarsi per lui. Avranno paura, saranno pieni di ammirazione per lui, soffriranno e piangeranno con lui. Come è successo a me quando ho letto il libro la prima volta. Il fatto che sia un bambino a guidarci in questa storia – un innocente, con la sua naturale curiosità di esplorare il mondo e di sopravvivere – rende ancora più orribile la tragedia dell’Olocausto».

Un’immagine del film

Corri ragazzo corri (lo trovate su Apple TV+) racconta di Jurek, un bambino di nove anni che fugge dal ghetto di Varsavia. Costretto a separarsi dai fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti, vivrà i durissimi tre anni che lo separano dalla fine della guerra nei bosh e nei villaggi vicino alla capitale. Imparerà a dormire sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. Sopravvivrà ai gelidi inverni chiedendo ospitalità, contraccambiandola con manodopera. In questo duro viaggio, Jurek incontrerà persone che lo aiuteranno ed altre che lo tradiranno senza, però, mai perdere la forza per andare avanti.

Corri ragazzo corri
Una scena di Corri ragazzo corri

E uno degli aspetti collaterali più interessanti della storia di Yoram è proprio il racconto di un’umanità sfaccettata che, in mezzo all’orrore, pone l’accento su semplici contadini anonimi che resero possibile per un ragazzino ebreo sopravvivere nella foresta. Le uccisioni di massa, l’Olocausto, e la marcia barbarica dei nazisti trovano un eco in ciascuna immagine, riflessi nella storia di questo bambino racchiusa in un libro che si eleva a documento storico, analogamente al diario di Anne Frank o a Essere senza destino Imre Kertesz. La storia del conflitto interiore di un ragazzo, che, per poter sopravvivere, deve respingere la propria identità ebraica e fare propria un’esistenza inventata. Una storia commovente ed emozionate. Un inno alla vita e alla sopravvivenza, alla fede e alla speranza.

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