ROMA – «Ma basta con tutte queste storie d’amore gay». È l’affermazione che chi scrive ha ascoltato allibita ad una cena (nel 2022, non quarant’anni fa). Come se la rappresentazione di una comunità ne escludesse un’altra o come se un etero non possa emozionarsi davanti ad un film o a un libro che raccontano di un amore omosessuale (basti pensare a serie come Looking o film come Weekend solo per citare i primi titoli che ci passano per la testa). Chi ha pronunciato quella frase infelice dovrebbe vedere Bros, la prima commedia gay distribuita da una major, la Universal, su due uomini che si innamorano e provano a vedere che succede a stare insieme.

Sì, perché Bobby (Billy Eichner, anche co-sceneggiatore) è un uomo molto impegnato. Sta per aprire il primo Museo della Cultura LGBTQIA+ a Manhattan, ha un podcast, scrive libri e non ha spazio per l’amore o, come dice lui, è «emotivamente inaccessibile». Almeno fino a quando non incontra Aaron (Luke MacFarlane), (infelice) avvocato palestrato con il sogno di aprire un negozio di cioccolatini. Due opposti che nessun algoritmo di nessuna app di incontri farebbe mai incontrare. Eppure ecco che Bobby e Aaron si conoscono e si piacciono. E, nonostante tutto, iniziano a frequentarsi costringendosi a mettersi continuamente e reciprocamente alla prova.

Diretto e co-sceneggiato da Nicholas Stroller – e co-prodotto da Judd Apatow – Bros è un film divertentissimo. Riderete di cuore nel vedere distrutti decenni di cliché cinematografici sui gay che il grande schermo ha spesso raccontato in storie drammatiche strappalacrime o con personaggi bidimensionali che facevano da spalla frivola ai protagonisti principali. Perché «non tutti i gay sono carini» e nemmeno tutte le relazioni. Ma dietro a tutte quelle risate Bros ha l’intelligenza di inserire tematiche importanti. L’inaugurazione del Museo della Cultura LGBTQIA+ è l’occasione per riflettere sulle centinaia e centinai di storie d’amore gay cancellate dalla Storia, di come, ancora oggi, l’idea che un Presidente degli Stati Uniti d’America possa essere gay sia motivo di scandalo per una parte della popolazione o che la rappresentazione nelle scuole sia assente.

(Auto)ironico, romantico, comico. Bros guarda alle commedie sentimentali hollywoodiane classiche e le trasla nel nostro presente tra coppie che diventano “troppie” e carteggi digitali ai tempi di Grindr che farebbero arrossire Meg Ryan e Tom Hanks. Un film sulla rabbia di una comunità che per troppo tempo è stata messa all’angolo, censurata, nascosta, giudicata. Ma anche un film universale che mette in scena le paure di tutti quando si parla di questioni di cuore. E allora viva Bros e le storie d’amore gay.
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La video interista per Bros è a cura di Manuela Santacatterina:
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