ROMA – In un ambiente corrotto e dominato dall’ingiustizia, l’ex poliziotto Billy Taggart (Mark Wahlberg) cerca di redimersi – e vendicarsi – dopo essere stato ingannato dall’uomo più potente di New York, il sindaco (Russell Crowe). L’incessante ricerca di giustizia di Billy, paragonabile soltanto alla sua tenacia, lo rende inarrestabile, tanto da farlo diventare il peggior incubo del primo cittadino. Il protagonista di Broken City rappresenta uno dei ruoli più complessi mai affrontati da Mark Wahlberg. «La sceneggiatura del film mi ha ricordato quei thriller criminali, intelligenti e incentrati sui personaggi, che vedevo e amavo quando ero un ragazzo», ricorda l’attore. Billy è un ex poliziotto di New York, che amava il suo lavoro e lo svolgeva al meglio, fino a quando non si è spinto troppo in là nell’indagine su un omicidio. Ora, è un detective privato che fatica ad arrivare a fine mese. «A un certo punto, il sindaco gli offre l’opportunità di riottenere il distintivo e la pistola», spiega Wahlberg.
«Ritiene che sua moglie abbia una relazione ed è preoccupato che questo possa mettere a rischio la sua rielezione. Quando Billy inizia a indagare, scopre che in realtà dietro la sua indagine si nasconde ben di più di un tradimento coniugale. È a quel punto che inizia la guerra tra il sindaco e Billy». Grazie a questo conflitto, Billy è spinto sulla strada della redenzione. «E’ una storia forte, così come i dialoghi tra i personaggi», sostiene Russell Crowe, nei panni di un uomo che rappresenta un potente mix di fascino e pericolo. «Cerco sempre un coinvolgimento fisico nei progetti che valuto. Mentre leggevo la sceneggiatura di Broken City, mi è venuta la pelle d’oca e ho iniziato a prendere delle decisioni, come se mi fossi già calato nei panni del sindaco. È una storia perfetta per un pubblico adulto».
«Il film rispetta l’intelligenza degli spettatori», sottolinea Catherine Zeta-Jones, che presta il volto alla moglie del sindaco, Cathleen, una donna che nasconde molti segreti. «Ho visto Broken City come una storia contemporanea che si ispira a quelle con Humphrey Bogart, con uno sfondo fatto di inganni e intrighi, in cui tutti hanno delle ambizioni personali per ragioni diverse», aggiunge Jeffrey Wright che, nei panni del commissario Fairbanks, dubita costantemente di Billy fino a quando è costretto a ricredersi. Broken City rientra perfettamente nei canoni dei precedenti lavori di Allen Hughes. Insieme al fratello Albert è noto per film duri e senza compromessi (Nella giungla di cemento, Dollari sporchi, La vera storia di Jack lo squartatore), in cui dei personaggi forti si ritrovano in situazioni difficili, se non impossibili.
Allen, ispirato dalla sceneggiatura di Brian Tucker – inserita nella Black List degli script più interessanti di Hollywood non ancora opzionati -, era impaziente di mettere in scena una storia di redenzione. «Ero sconvolto quando ho incontrato Brian, uno scheletrico venticinquenne. Non riuscivo a credere che questo ragazzo, che sembrava avere al massimo diciannove, avesse scritto una storia così sofisticata, affascinante e complessa». Hughes sapeva bene che un confronto sullo schermo tra Wahlberg e Crowe sarebbe stato eccitante. E la forza di Broken City risiede tutta qui: nello scontro tra due attori grandiosi che guardano al cinema di genere americano degli anni Quaranta riportato e aggiornato ad un contesto moderno mentre mettono in scena una storia di potere corrotto e riscatto personale.
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