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Balla coi Lupi | Kevin Costner e l’inattesa rinascita del western moderno

Aspettando Horizon, rileggiamo il film che diede nuova linfa al genere. Dove? Su Prime Video

MILANO – Il western vive di archetipi ben precisi che però vengono costantemente messi in discussione per permettere al genere un rinnovamento continuo. Gli spaghetti western lo hanno reso più sanguinolento, rimarcando le caratterizzazioni dei personaggi e cominciando a rivalutare il concetto di buoni e cattivi. Non ci si schiera più dalla parte dei bianchi, ma si sviluppano le motivazioni e le complessità degli scontri con i cosiddetti pellerossa, portando lo spettatore a empatizzare con questi ultimi, attraverso un percorso narrativo di contestualizzazione e umanizzazione. Piccolo grande uomo (1969) di Arthur Penn e Corvo rosso non avrai il mio scalpo (1972) di Sydney Pollack sono i primi esempi di western revisionista.

Balla coi lupi Kevin Costner
Kevin Costner nell’immagine più famosa di Balla coi lupi.

Ma l’opera più emblematica, in tal senso, è senza dubbio Balla coi lupi (lo trovate su Prime Video, Tim Vision, NOWtv) la scommessa che nel 1990 girò Kevin Costner, vincitore di sette Oscar, tra cui miglior film e miglior regia. Ritroviamo così il tenente dell’esercito unionista John Dunbar (interpretato dallo stesso Costner) che, dopo aver commesso un atto eroico, chiede di essere inviato in un presidio della frontiera dell’Ovest, al confine con le praterie del Nebraska. Qui farà conoscenza con una tribù di indiani Sioux che gli si riveleranno come tutto ciò che non è “la civiltà americana”: solidali, generosi, legati alle tradizioni e amanti della vita, degli animali e della natura.

Balla coi lupi
La caccia al bufalo: una scena di Balla coi lupi.

Troverà l’amore di Alzata Con Pugno (Mary McDonnell), ragazza bianca adottata dalla tribù quando era ancora bambina, e si integrerà nella quotidianità e nelle consuetudini indiane al punto da essere catturato dagli stessi soldati nordisti e condannato a morte per tradimento. Doveva essere un flop annunciato, invece incassò 425 milioni di dollari. Rivisto oggi, Balla coi lupi è un fondamentale crocevia per l’evoluzione del western: manifestamente pacifista, naturalista, antirazzista e sorprendentemente contemplativo per un prodotto hollywoodiano con la voce fuori campo di Costner a raccontare gli ultimi fuochi di un’America che sta perdendo per sempre la sua innocenza.

balla coi lupi
Costner e Mary McDonnell in una scena del film.

Al suo esordio dietro la macchina da presa, Costner realizzò un film di genere capace di trasformarsi in un’autentica opera d’autore, riuscendo a convincere davvero chiunque; dalla critica più intransigente che ne ha sempre apprezzato la potenza delle immagini e la calma narrativa, fino al pubblico, trasversalmente affascinato dalla cornice classica e coinvolto dai sentimenti che emergono durante la visione. Uno dei pochi casi in cui si può utilizzare senza indugi la definizione di capolavoro, Balla coi lupi, dal momento che il film resiste benissimo alla prova del tempo, rimanendo un significativo manifesto di integrazione e un commovente elogio alle diversità razziali e culturali.

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