in

Daniel Rosenfeld: «Astor Piazzolla e il mio documentario sulle tracce del mito…»

La musica, l’uomo, la famiglia. Il regista racconta il suo film: Piazzolla, la rivoluzione del tango

Astor Piazzolla
Astor Piazzolla in una scena de Piazzolla, la rivoluzione del tango

MILANO – Astor e la musica, Astro e il tango, Astor che fa le risse in mezzo alla strada e Astor che pesca gli squali. Ma chi era davvero Astor Piazzolla? Risposta piuttosto complessa da dare, ma ci ha pensato un regista come Daniel Rosenfeld con Piazzolla, la rivoluzione del tango, meraviglioso documentario uscito in sala qualche anno fa e ora sparito (ve lo avevamo raccontato qui) che in quest’intervista ci viene raccontato dallo stesso Rosenfeld, partito per un viaggio di scoperta nella vita di un genio assoluto.

Daniel Rosenfeld, regista di Piazzolla

IL DOCUMENTARIO – «È stato piuttosto difficile assemblare il documentario, perché Piazzolla è un personaggio inafferrabile. Per questo sapevamo che non potevamo limitarci a elencare le sue pietre miliari o i suoi grandi momenti, dovevamo mettere insieme una storia cinematografica, in modo che lo spettatore, alla fine del film, sentisse nel suo corpo quell’uragano musicale che era Astor Piazzolla. Doveva essere un documentario raccontato dalla sua intimità, non solo sul suo processo creativo, ma sul fuoco sacro e l’eredità che esiste tra padri e figli e figlie».

Astor Piazzolla in uno dei Super 8 del film.

IO E DANIEL – «Il figlio di Astor, Daniel, che vedete nel documentario, è un testimone privilegiato, non solo perché è l’ultimo membro vivente di quel nucleo familiare iniziale, è anche il musicista che lo ha accompagnato nei suoi tour. Ha visto il documentario per la prima volta il giorno della sua anteprima al cinema, una parte del materiale era anche inedita per loro. E qualcosa di singolare, si nota quando lo si guarda, ed è molto commovente per Daniel sentire nel film la voce di sua sorella Diana, scomparsa anni fa».

La pesca dello squalo a Punta del Este.

GLI ARCHIVI – «Non credo sia possibile lavorare con i riferimenti, non in questo caso, perché sono gli archivi stessi che devono dire com’è, risvegliando la storia. Né credo che sia possibile lavorare con un’ipotesi. Per me il cinema non deve lavorare con ipotesi che devono essere confermate, il cinema è scoprire mentre si fa, e ancora di più quando si fa un documentario, le mani nel fango, in questo caso gli archivi sonori e cinematografici».

Piazzolla e New York, il suo grande amore.

IO & ASTOR – «Chi era Astor Piazzolla? Era un appassionato della sua musica, un anticonformista, un vulcano creativo. Ho scoperto che la sua musica, così identificata con Buenos Aires, era in realtà per lui anche New York, la città in cui voleva sempre tornare, dove ha trascorso i suoi primi anni di vita e parte dell’infanzia. Le foto di Saul Leiter che appaiono nel documentario sono per me la trascrizione visiva della sua musica, di quella malinconia per quella città…».

  • VIDEO | Qui il trailer del documentario:

 

 

 

 

 

 

Lascia un Commento

Una battaglia dopo l'altra

VIDEO | Leonardo DiCaprio, Thomas Pynchon e Una battaglia dopo l’altra

Woody Harrelson in una scena di Last Breath

VIDEO | Woody Harrelson, Simu Liu e la storia vera di Last Breath