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Alla ricerca del tempo perduto | Robert Guédiguian e i ricordi de La casa sul mare

Tre figli, un padre, i ricordi e il tempo del confronto: perché riscoprire il film di Guédiguian

PARIGI – A volte succede che in piena offerta, si dimentichino (anche) le cose migliori: succede anche qui in Francia, nonostante tutti siano attenti al cinema di casa e così, dopo il passaggio alla Mostra di Venezia di due anni fa e i meritati applausi ricevuti in concorso, La casa sul mare, il penultimo film di Robert Guédiguian – per chi lo ama, un riferimento assoluto – ora è finalmente disponibile in streaming, una buona notizia per chi ama il cinema d’autore e in particolare i film del regista marsigliese che qui – a quasi trent’anni dall’esordio Dernier été e a ventidue anni dal capolavoro Marius e Jeannette –  firma uno dei suoi lavori più intimi e delicati, in bilico tra attualità e biografia, passato e contemporaneo, quasi una sorta de Alla ricerca del tempo perduto in salsa marsigliese. Perché riscoprirlo? Molto semplice.

Anaïs Demoustier, Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin e Gérard Meylan.

Ma andiamo con ordine: di cosa parla La casa sul mare? In una baia nei pressi di Marsiglia sorge una villa di proprietà di un anziano signore. I suoi tre figli si raccolgono attorno a lui per celebrarne gli ultimi giorni di vita: Angela (Ariane Ascaride) è un’attrice che vive a Parigi con un lutto nel cuore; Joseph (Jean-Pierre Darroussin) è un uomo insicuro che si è innamorato di una ragazza che ha la metà dei suoi anni; Armand (Gérard Meylan), l’unico a essere rimasto a vivere a Marsiglia per gestire il ristorante di famiglia. Sarà il momento per un bilancio, tra ricordi e ideali, fino a quando un arrivo inatteso cambierà le carte in tavola e ricorderà ai tre fratelli quello che sono stati.

Robert Guédiguian sul set de La casa sul mare.

«La calanque de Méjean, vicino Marsiglia, mi ha sempre fatto pensare ad una specie di teatro», ha spiegato Guédiguian l’origine del film, «Le casette incastonate nelle colline sembrano nulla più che facciate l’apertura sul mare trasforma l’orizzonte in un fondale, come una tela dipinta, soprattutto con la luce invernale quando ormai tutti se ne sono andati. Allora diventa un set abbandonato, malinconico e bellissimo. All’interno di questa bolla all’aria aperta, alcuni fratelli e sorelle, padri e madri, amici e amanti si confrontano sugli amori del passato e sugli amori che verranno». Se volete vedere qualcosa di reale e poetico, che profumi (e puzzi) di vita, recuperatelo.

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