ROMA – Un decennio pazzesco, irripetibile, sconvolgente. Tra il 1987 e il 1997 l’isola di Manhattan, con la sua verticalità nascente e una rivoluzione culturale che faceva a pugni con una criminalità latente (oggi, infatti, New York è profondamente cambiata, e la possiamo considerare come una delle città relativamente più sicure), assisteva ad un melting pot tra due flussi incandescenti: lo skateboard e l’hip hop. Un incrocio irripetibile. E, partendo proprio da questa collisione, Jeremy Elkin va ad esplorare le inflessioni e gli umori di quella decade in un documentario straordinario, All the Streets Are Silent: The Convergence of Hip Hop and Skateboarding, che dopo un’uscita come evento qualche anno fa con Wanted e il passaggio (ovviamente) al Tribeca, arriva ora a noleggio in streaming su Prime Video e AppleTV+.

Una visione unica: dalla prima immagine il documentario ci riporta direttamente lì, sui marciapiedi di Manhattan, tra sirene, clacson impazziti e una frenesia che avrebbe poi influenzato il mondo moderno. Moda, musica, stile di vita. Un crogiuolo impazzito remixato con la colonna sonora iconica del leggendario produttore hip-hop William Paul Mitchell in arte Large Professor, mentre la narrazione di Eli Morgan Gesner si incrocia con le inedite immagini di repertorio e con le testimonianze di personaggi che c’erano, che erano lì e che hanno segnato la storia della città più bella, infinita e influente del mondo. Qualche nome? Busta Rhymes e Fab5 Freddy, Darryl McDaniels, Run-DMC, Jay-Z e anche Rosario Dawson.

Già perché All the Streets Are Silent: The Convergence of Hip Hop and Skateboarding, più di tutto, è un meraviglioso affresco, visivamente potente, sviluppato come se fosse una lettera d’amore a quel sottobosco culturale capace di plasmare lo street style moderno, collegato e generato tra Brooklyn e Manhattan a bordo della linea 2 della metropolitana. Docufilm prezioso e istantanea folgorante, l’opera segna anche il debutto di Jeremy Elkin in un’opera filmica – dopo numerosi documentary shorts – nel quale ha unito (e si vede) le sue due grandi passioni, ovvero lo skate e l’hip-hop. Il risultato? Una meticolosa ed elettrizzante epopea storica, capace di condurci in un turbinio convulso di colori, odori e sensazioni. Da non perdere.
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