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Alfre Woodard: «Da Robert Altman al ritorno con See, il mio percorso a ostacoli»

Da Denzel Washington a See, tra Tulsa e Hollywood: dialogo via Zoom con l’attrice americana

Alfre Woodard nel ruolo di Paris in See.
Alfre Woodard nel ruolo di Paris in See.

MILANO – Sorridente, disponibile e molto attenta a nutrire la conversazione, Alfre Woodard appare sullo schermo all’improvviso, via Zoom, seduta in una stanza d’hotel di New York. Un vaso di fiori sul tavolo, un abito a colori addosso, l’attrice afroamericana è in collegamento con Hot Corn per parlare della seconda stagione di See, arrivata ora su Apple TV+ , in cui interpreta la carismatica leader Paris. Il discorso però tocca spesso e volentieri anche il viaggio della sua carriera, una storia che comincia negli anni Settanta e che da Tulsa, nell’Oklahoma, la portò fino a Los Angeles, tra teatro e cinema. «Sono passati tanti anni, è vero», riflette lei, «ma spesso torno a quei giorni e cerco di ricordare la luce che avevo negli occhi quando ho cominciato a fare questo mestiere. Sto molto attenta a non perderla, perché è fondamentale…».

Alfre Woodard in una scena della seconda stagione di See.

In quattro decenni, Alfre Woodard è stata diretta da registi come Robert Altman e Spike Lee, ha girato decine di blockbuster e film indipendenti, è stata in serie cult come A cuore aperto (a fianco di un giovanssimo Denzel Washington, vedi foto sotto) e Desperate Housewives, l’abbiamo vista di recente anche nel bel Un padre con Kevin Hart (ve ne avevamo parlato qui) e addirittura in film e serie Marvel (leggi Luke Cage), eppure ha incredibilmente preso una sola nomination all’Oscar, nel lontano 1983, per La foresta silenziosa di Martin Ritt. «Ma non importa, a me piace interpretare ruoli che abbiano un pubblico: a teatro sono stata abituata a recitare per gente vera, reale, e questo continuo a fare».

Alfre Woodward con Denzel Washington in A cuore aperto. Era il 1993.

Alan Rudolph la scelse nel 1978 e poco dopo fu Robert Altman a volerla per il poco conosciuto Health. Da lì in poi un percorso di alti e bassi, grandi film e pellicole orrende, flop e cult movie, da Grand Canyon di Lawrence Kasdan (dimenticatissimo) a Juanita, film Netflix scritto dal marito di lunga data (sono insieme dal 1983) Roderick M. Spencer. «Scelgo le cose che mi piacciono, storie che mi interessano, anche se non sempre tutti capiscono. Nel caso di See, per esempio, rimango sempre perplessa quando mi dicono che è una serie sci-fi. Sì, è vero, è ambientata nel futuro, ma tutto quello che racconta potrebbe succedere davvero. Non ci sono alieni che volano!».

L’intervista: Alfre Woodard su Zoom.

Dopo la prima stagione, nelle nuove puntate di See vediamo Alfre ancora persa in un futuro distopico in cui l’umanità è stata decimata da un’epidemia causata da un virus (!) e sul pianeta sono rimasti due milioni di persone. «Però io non divido le due stagioni. Per me non c’è una prima e una seconda stagione, la storia è la stessa. Una volta che sono diventata Paris, il mio personaggio, sono un’altra persona e non c’è differenza tra film e serie, almeno da questo punto di vista. Il lavoro che faccio prima di girare è lo stesso, che siano 2 ore di film o 20 di una serie. Devo trasformarmi e fino a che non accade il lavoro non è fatto…».

Alfre Woodard in un'altra scena di See.
Alfre Woodard in un’altra scena di See.

Persa in un’atmosfera a metà strada tra Hunger Games e Snowpiercer, la Woodard dimostra ancora una volta (se fosse servito) il suo infinito talento, la capacità di trovarsi a proprio agio tanto diretta da Spike Lee in Crooklyn in quel ruolo meraviglioso (da quanto non lo vedete? Recuperatelo qui) che dai fratelli Russo con cui ha finito The Gray Man con Ryan Gosling. «Ma il mio lavoro è proprio questo, no? E io cerco di farlo al meglio, seguendo l’esempio dei miei riferimenti, i miei tre miti assoluti: Mary Alice, Vanessa Redgrave, e Geraldine Page».  

  • Qui il trailer della seconda stagione di See:

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