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La nuova sfida di Alessandro Siani e la magia de Il giorno più bello del mondo

Un fantasy per famiglie, a metà strada tra Bud Spencer e Stranger Things. Possibile? Sì…

Alessandro Siani in una scena de Il giorno più bello del mondo.

MILANO – Qualcuno lo ha accostato addirittura a un film della Disney, in realtà la nuova svolta di Alessandro Siani è (fortunatamente) troppo italiana e troppo nostrana per reggere il paragone, anche perché, non dimentichiamolo, il realismo magico parte da qui, dal volo di Miracolo a Milano di De Sica: era il 1951 e la Disney era ancora alle prese con il primo live action: L’isola del tesoro. Reduce dai dieci milioni di Mister Felicità, questa volta Siani rischia, cambia pubblico di riferimento e fa un film family, per tutti, anzi no, soprattutto per i bambini, tanto che in più di un passaggio durante la visione ritorna alla mente la magia vintage di Bud Spencer e di Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre.

Alessandro Siani e il piccolo Leone Riva in una scena del film.

Ma non solo: Il giorno più bello del mondo funziona anche come una sorta di frullato di cultura pop in cui si mescolano elementi differenti e apparentemente lontani, dagli scienziati à la Stranger Things (notevole Stefano Pesce in versione Matthew Modine) fino agli echi di Nuovo Cinema Paradiso (no, non è un paragone) passando per i bimbi di Mary Poppins (il piccolo Gioele di Leone Riva assomiglia a Michael Banks) e i nonsense di Troisi. Tanti ingredienti per una ricetta cucinata e destinata per le famiglie, proprio come succedeva negli anni Ottanta quando commedie come Bomber o Nati con la camicia avevano anche un pubblico family e i pugni non facevano mai male a nessuno.

Siani con i piccoli Sara Ciocca e Leone Riva.

Anche ne Il giorno più bello del mondo è un po’ così: i cattivi sono cattivi da fumetto, i buoni sono cialtroni ma pur sempre buoni e nel cielo, a volte, si possono vedere anche cose che nessun’altro riesce a vedere: una famiglia. La scelta dei bambini è perfetta (Sara Ciocca su tutti, ma le lacrime sono tutte per Leone Riva), Giovanni Esposito è già un cartoon vivente e se sorprende Jun Ichikawa, colpisce Stefania Spampinato, già ribattezzata «da Grey’s Anatomy a Gray’s A Napoli». Alla fine intrattenimento dev’essere e tale è, senza retropensieri, senza pregiudizi, un sogno a occhi aperti per una favola che scalda il cuore.

Siani e Stefania Spampinato sul set.

Qualcuno cercherà il Siani commediante che conosce e ama dai tempi di Benvenuti al Sud e lo troverà in più passaggi (soprattutto nei duetti del suo Arturo Meraviglia con Esposito), ma va detto che qui ha avuto l’attenzione e l’umiltà di mettersi al servizio della storia, perché i veri protagonisti sono i bambini e il loro universo, l’unicità dell’infanzia e un mondo spesso incomprensibile che calpesta sogni e sentimenti. Non cercate analisi, critiche o controcritiche: sedetevi e spalancate occhi e cuore davanti al favoloso e bizzarro mondo del signor Meraviglia. Non ve ne pentirete.

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