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Akiva Schaffer: «Cip e Ciop Agenti Speciali e il mio tuffo negli Anni Novanta»

Via Zoom abbiamo intervistato il regista del film che segna il ritorno di una coppia mitica. Su Disney+

Akiva Schaffer: «Cip e Ciop Agenti Speciali e il mio tuffo negli Anni Novanta»

ROMA – Esterno sera, Piazza della Repubblica. Location inusuale per un collegamento Zoom ma, si sa, l’imprevedibile frullatore quotidiano riserva sempre improvvisazioni dell’ultimo minuto. E allora, appena collegati con Akiva Schaffer da Los Angeles, che abbiamo intervistato in occasione di Cip e Ciop Agenti Speciali (su Disney+), il regista nonché membro dei The Lonely Island ci ringrazia «Per lo scorcio romano al tramonto. Una visione meravigliosa!». Dal canto nostro gli facciamo invece i complimenti per il film che, tra risate e inseguimenti, ci fa tornare negli Anni Novanta al fianco di una coppia mitica dei cartoon Disney. Cip e Ciop, infatti, si sono separati dopo l’interruzione della mitica serie animata; hanno preso strade diverse ma, ora, si ritroveranno per aiutare il loro amico Monterey Jack, rapito da una stramba associazione criminale. «Buttati a capofitto con le domande. E sono entusiasta che abbiate visto il film. Sono l’ultimo rimasto a non averlo visto finito!», scherza il regista.

Andy Samberg, Akiva Schaffer e John Mulaney alla prima di Cip e Ciop Agenti Speciali
Andy Samberg, Akiva Schaffer e John Mulaney alla Prima di Cip e Ciop Agenti Speciali

Akiva, possiamo dire che sono finalmente tornati gli Anni Novata?
«Sì, certo. Potremmo dire che nessuno ci fermerà. Non conosco persone che ci possano fermare qui a Los Angeles!»

Cip e Ciop Agenti Speciali ha un cura visiva non da poco. La fotografia è fantastica.
«Sì, sono un fan di Larry Fong e del suo lavoro, in particolare a livello visivo. Ricordate Super Eight di JJ Abrams? E poi Batman vs Superman oppure Kong Skull Island? Come regista di commedie molte volte vuoi usare DPS adatti al genere perché devi girare in due direzioni contemporaneamente. In molti casi, l’illuminazione non è la cosa più importante se si devono inserire nel film battute e sketch, mentre in questo caso la maggior parte della fotografia e delle riprese erano vuoti perché gli attori non c’erano. Quindi potevi prenderti tutto il tempo che volevi. Per questo sono stato entusiasta di lavorare con qualcuno come Larry Fong che fa film d’azione e non commedie».

In viaggio con Cip e Ciop!

Geniale l’idea di prendere in giro gli ugly reboot…
«Sono cresciuto amando i Cip e Ciop Agenti Speciali. Ma l’idea di un reboot non mi sembrava così eccitante, perché pensavo più ad Alvin Superstar o ai Puffi, che sono molto belli ma in generale sono per bambini piccoli. E poi la sceneggiatura, la copertina diceva: “Il reboot del film di Chip and Dale Rescue Rangers che nessuno ha chiesto”. Era sarcastico fin dalla sulla prima pagina. Ed era chiaro quale sarebbe stato l’atteggiamento, ovvero prendersi in giro, prendere in giro l’idea del reboot. E quindi, sì, questo è parte di ciò che mi ha reso entusiasta di realizzarlo».

Sai, il film mi ha ricordato Arma Letale!
«Sono molto felice che tu lo abbia notato! Il film si inserisce nell’orgogliosa tradizione dei film polizieschi degli anni ’90, con i detective californiani o di Miami. Quindi Arma Letale e Bad Boys. Ci sono anche gli anni ’80 con Beverly Hills Cop, anche se non è un duo. Oppure 21 e 22 Jump Street di Phil Lord e Chris Miller. C’è così tanto divertimento in questi film. L’appartamento in cui vanno per Monty è una specie di edificio circolare. Non so se vi ricordate Arma Letale, ma la prima inquadratura è un’inquadratura dell’elicottero che gira intorno all’edificio circolare fino a trovare la donna nel suo appartamento. Quell’edificio è un luogo reale di Long Beach, l’International Tower. Anche noi abbiamo girato lì. Poi ho cercato di inserire il più possibile tutte le location iconiche di Los Angeles».

Il film esplora anche l’aspetto più oscuro dello show biz, in chiave comica ovvio.
«Oh, sì. Quell’idea del mondo dello spettacolo che ti mastica e ti sputa fuori. Voglio dire, questo era tutto nella sceneggiatura originale, perché cercava di giocare con il noir vicino a Chinatown. Non direi che è davvero dark. È una specie di finto dark perché fa finta di esserlo. Il film vuole essere pieno di gioia e una sorta di celebrazione dell’animazione. Una celebrazione di 90 minuti di divertimento. Ma parte del divertimento è anche la sua oscurità».

Oltre Cip e Ciop, qual era il tuo cartoon preferito del Pomeriggio Disney?
«Avevo un debole per I Gummies, che piacevano anche ai miei fratelli, li guardavamo tutti insieme. Ovviamente mi piacevano anche altri, come Darkwing Duck o DuckTales. Ma I Gummies erano i preferiti della mia famiglia…»

Qui l’intervista ai doppiatori italiani del film:

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