ROMA – Una madre che sta per morire e una ragazzina troppo piccola per capire quanto importante sarà quella separazione per la sua vita. In mezzo, la generosità della donna che continuerà ad essere vicina alla figlia attraverso un meccanismo ingegnoso: farle recapitare un dono nel giorno del suo compleanno, fino alla maggiore età. 18 regali di Francesco Amato (Cosimo e Nicole e Imma Tataranni – Sostituto Procuratore), è ispirato alla vera storia di Elisa Girotto. Una vicenda commovente, di cui tanto si è parlato e non solo in Italia, che Amato ha però trasformato in una sorta di fiaba, regalando a Vittoria Puccini e Benedetta Porcaroli, protagoniste assieme a Edoardo Leo, la possibilità di incontrarsi in una terza dimensione.
Facile? Neanche un po’ a giudicare dalle parole dello stesso regista. «Quando lessi la notizia per la prima volta l’ho immediatamente rifiutata, ho pensato subito che non avessi nulla da spartire. Poi ho incontrato il produttore Andrea Occhipinti e mi ha convinto a costruire una storia. Possiamo dire che il film è iniziato quando sono andato a trovare Alessio, il marito di Elisa, nella loro casa. Elisa non c’era da meno di un mese e mi ha svelato i suoi segreti, custoditi nelle sue lettere. Sono tutte di grande potenza emotiva, c’era la volontà di misurarsi con un futuro a pochi giorni da una morte consapevole».
Non aspettatevi, però, un film lacrimevole o ricattatorio. «Ci siamo anche molto divertite, perché in fondo questa è una storia di speranza» ha spiegato una delle protagoniste di 18 regali, Vittoria Puccini. «Alessio che ci ha messo in mano un materiale intimo e prezioso che abbiamo maneggiato con cura e rispetto. Ed è stato emozionante. Quando ha tirato fuori i regali dall’armadio ho sentito subito quanto fosse positivo quel gesto. L’eredità di Elisa è un inno alla vita, anche se difficile da affrontare, perché ogni volta che si apre un regalo si riapre una ferita. Ha avuto il coraggio di proiettarsi nel futuro della figlia, lasciando indicazioni anche molto pratiche. L’ho trovato molto tenero e molto vero», ha aggiunto. Ma quanto è stato difficile distaccarsi da tanta emotività? «Tanto. Da un lato dovevamo darci con generosità, dall’altro però dovevamo mantenere un certo controllo. Francesco ci ha equilibrato e ha saputo spingerci oltre i nostri limiti» ha raccontato ancora Vittoria Puccini.
Anna ha il volto di Benedetta Porcaroli che riesce a restituire al suo personaggio tutta la sfrontatezza dei diciotto anni, con i conflitti e le contraddizioni che animano il rapporto coi genitori. «Il film rispetta la semplicità della storia, raccontiamo una famiglia normale in cui ci si confronta con una dinamica particolare. Per rendere la storia meno ricattatoria possibile abbiamo fatto tante prove. Volevamo si vedesse la vita, con l’alternarsi di emozioni. Alessio è stato molto generoso nei nostri confronti e non era scontato. Il lavoro è stato facile e complicato nello stesso tempo, ci siamo fatti molte domande senza darci troppe risposte. Non credo nel cinema come mezzo d’insegnamento. Abbiamo solo riflettuto su una ragazza che deve elaborare un lutto e su una donna che deve affrontare una malattia».
Oggi Anna ha solo tre anni e tra qualche tempo rivedrà 18 regali. «Questa è la mia paura più grande» ha affermato Vittoria Puccini. «Spero però possa rivederci l’amore che i suoi genitori hanno avuto per lei. Elisa è mossa esclusivamente dall’amore di sua figlia». «E che le arrivi anche il rispetto che abbiamo cercato di avere nei confronti suoi e della sua storia» ha concluso Benedetta Porcaroli.
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Qui potete vedere la nostra video intervista a Vittoria Puccini e Benedetta Porcarli:
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