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Il doping, la Russia e l’Oscar a un documentario: Icarus

Netflix vince la statuetta con un documentario potente e inquietante

Siamo nel 2014 a Sochi, in Russia, luogo dove il medico Grigory Rodchenkov – uno dei più importanti membri dell’agenzia antidoping russa – inizia a mettere in atto il piano di doping per falsare le Olimpiadi e i risultati degli atleti. L’inganno raccontato non sarà privo di sorprese. Netflix finisce in cinquina con un’opera inquietante e riesce addirittura a vincere l’Oscar per il miglior documentario. Icarus è uno dei documentari più forti e azzardati mai portati in scena, nato dalla volontà del regista Bryan Fogel di investigare profondamente sulla realtà del doping all’interno del mondo dello sport. Icarus segue le vicende di Fogel, un ciclista amatoriale, che inizia a doparsi per osservare i cambiamenti nelle sue prove, allo stesso tempo cercando di capire come sfuggire ai controlli. Entrerà così in contatto con lo scienziato Rodchenkov, pilastro del programma anti-doping russo. I due finiranno per avvicinarsi a una verità ancora più terribile di quanto possano pensare.

  • Ecco il trailer:

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