Recensione The Shape Of Water – Un giro sentimentale nella Casa dei Fantasmi

Sono passati molti anni dalla prima volta che vidi il personaggio principale di “The Shape Of Water”. Se ne stava di guardia all’ingresso del Cinema Argentina, un polveroso cinema d’essay caduto in disgrazia, specializzato in maratone horror e in film di scarso interesse. Tra i buttadentro di cartapesta messi lì con l’improbabile compito di attrarre i clienti c’erano Dracula, la moglie di Frankenstein e lui, il Mostro della Laguna Nera che oggi rivive la gloria dei fasti passati grazie al ruolo da protagonista in “The Shape Of Water”.

Il tributo a questo personaggio dimenticato della tradizione horror è solo una delle citazioni che il film di Guillermo del Toro, vincitore dell’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia, dedica al periodo d’oro della cinematografia di genere.

Il film è collocato temporalmente durante la crisi dei missili di Cuba del 1962, in piena Guerra Fredda, periodo di creatività ipertrofica per horror e fantascienza.

L’ambientazione è in puro stile americano di quegli anni. Nel film si celebrano i miti motoristici, il design, l’abbigliamento e il cinema, anzi la sala cinematografica come luogo fisico della liturgia. Spazio riservato a pochi fedeli sparpagliati tra i banchi, dove la proiezione ha il ruolo del prete officiante che attira l’attenzione grazie alla sua potenza magnetica da incantatore di serpenti. Estetica e poetica della proiezione. C’è poi il tributo al cinema noir dell’epoca: ci sono i russi, le spie, i cattivi elegantissimi, le fondine sotto-ascella su camicie bianche slim e i Borsalino sopra visi perfettamente sbarbati e rasati.

Si arriva poi alla storia che prima di tutto, più di tutto, è una storia d’amore che si sviluppa su una trama semplice e lineare, che procede con un ritmo tutto sommato costante. Non è nei colpi di scena il punto forte del film: la trama è funzionale a raccontare le sensibilità affettive ferite, offese nel quotidiano da un mondo ottuso e bigotto, dove qualunque diversità nega automaticamente il diritto ad essere felici.

Infine c’è la meraviglia, che pervade tutto, grazie anche a una colonna sonora tintinnante, c’è la rivalsa freak e c’è l’acqua come elemento di sospensione delle regole sociali e fisiche, a partire dalla gravità.

Insomma, è un film pieno di cose, che è tante cose insieme. Innanzitutto è un film d’amore che sviluppa la sua storia attraverso gli elementi formali di altri generi, come il noir e la fantascienza in salsa horror. E’ un film che celebra il cinema e il suo immaginario dell’epoca d’oro americana, come solo un non-americano può arrivare ad amare e rappresentare. E’ anche un film onirico e ricco di sensibilità private, femminili, come fosse il film di un Tim Burton in fuga da un centro per il trattamento della fertilità femminile.

Certo, ogni tanto l’ambientazione sembra un po’ finta con i suoi pantoni pastello, ma in fondo “The Shape Of Water” è anche un giro nella Casa dei Fantasmi dei vecchi Luna Park: non si andava per cercare il realismo, ma per vivere un’esperienza che si finiva per amare anche per i suoi difetti.

Recensione Saw Legacy – L’Enigmista è tornato?