ROMA – È uno di quei momenti che arricchiscono il racconto del cinema: alla fine dell’anteprima romana di 2073 (Qui per il trailer), progetto firmato da Asif Kapadia e distribuito in italia da FilmClub distribuzioni, il regista britannico ha dialogato sul palco con il critico Francesco Alò, in un confronto che ha toccato temi profondi come la memoria, la distopia e il futuro della narrazione audiovisiva.
Conosciuto per lavori come Senna, Amy e Diego Maradona, Kapadia (Qui per vedere la nostra intervista in redazione) ha spiegato come 2073 nasca dalla volontà di esplorare non solo un possibile domani segnato dalla crisi ambientale e dal progresso tecnologico, ma anche il nostro presente, fatto di dati, algoritmi e identità digitali. Il film – a metà tra documentario e visione futuristica – si interroga su cosa resterà dell’umanità tra cinquant’anni e quale sarà il ruolo delle immagini nel preservare il ricordo.
Durante la conversazione, Francesco Alò ha guidato il pubblico attraverso le suggestioni visive e narrative del film, soffermandosi su riferimenti espliciti e impliciti ma anche sul legame tra tecnologia e racconto, tra cinema del reale e finzione. Kapadia ha sottolineato l’importanza di ascoltare le nuove generazioni, la responsabilità del linguaggio visivo nel raccontare il futuro, e la continua evoluzione del cinema del reale come forma ibrida, sempre più aperta alla sperimentazione.
- VIDEO I Qui per la nostra intervista in redazione ad Asif Kapadia
- VIDEO I Qui il trailer di 2073
- VIDEO I Qui la conversazione integrale tra Asif Kapadia e Francesco Alò
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