ROMA – C’è un preciso momento ne La vita da grandi – e forse nelle vite di tutti noi – in cui il tempo sembra fermarsi. Non è un’inquadratura particolare, una focale corta o lunga, non è nemmeno un particolare colpo di scena. È solo uno sguardo tra fratello e sorella. Uno sguardo che chiede di provare – come riecheggia il testo di Everybody’s Changing dei Keane, che si ascolta nella colonna sonora – a fare una mossa, subito, in modo da riuscire a rimanere in gioco. Per cercare di restare svegli, ricordarsi chi si è stati e chi si è: «But everybody’s changing, and I don’t feel the same». Ed è quello il preciso momento in cui lo spettatore viene completamente rapito dal film e capisce che Greta Scarano ha fatto centro. Perché? Perché ha raccontato una storia vera, reale, sincera ma soprattutto – e possiamo dirlo senza timore – una storia giusta.

Con questo brillante esordio dopo il corto Feliz Navidad, Scarano dimostra che la regia non è per lei una deviazione, ma un approdo naturale, inevitabile. E che il talento, quando è attraversato da autentica urgenza, si riconosce senza bisogno di effetti speciali. Anzi. Liberamente ispirato alla vicenda dei fratelli Damiano e Margherita Tercon, La vita da grandi è il racconto di un ritorno e di una riscoperta: Irene (Matilda De Angelis, in stato di grazia) lascia la sua vita a Roma per occuparsi per qualche giorno del fratello maggiore Omar (interpretato dall’esordiente Yuri Tuci, sorprendente per verità e presenza), autistico e determinato a non essere un peso per nessuno. Omar vuole vivere da solo, sposarsi, avere tre figli («perché tre è il numero perfetto») e diventare un rapper. Sogni, certo. Ma anche desideri lucidi, politici, rivoluzionari. Perché ciò che chiede non è assistenza, ma spazio.

Scarano ci accompagna in questa convivenza quasi forzata e trasformativa con grazia e misura. Nessuna retorica, nessun sentimentalismo d’accatto, nessun cliché: La vita da grandi è un film che sorride, che fa sorridere e che, come anticipa la locandina con un moto che potrebbe suonare retorico, rende davvero più felici. Lo fa. E riesce persino – quasi anacronistico in Italia ormai – a commuovere. E quando commuove, lo fa sempre un passo indietro, con pudore. Con una sottile leggerezza consapevole, con un rispetto per lo spettatore che ricorda un certo cinema indipendente americano – non a caso viene in mente Little Miss Sunshine – ma affonda le radici in una Romagna fuori stagione, fatta di villette e cieli slavati, biciclette, silenzi domestici e memorie di infanzia. Arredi di altri anni. Abitudini invalicabili. Il fascino discreto delle cose che resistono.

La casa dei genitori, con le maioliche, gli oggetti lasciati lì da decenni, i vestiti fuori moda. Un palcoscenico del tempo: uno spazio che non cambia (e non vuole farlo) mentre tutto intorno si trasforma. Yuri Tuci, al primo film, è una rivelazione. Non interpreta un “personaggio autistico”, ma un essere umano con un tono forte, sicuro, con un’identità limpida e una coscienza politica che spesso il cinema – anche quello più onesto – nega alle persone neurodivergenti. E Matilda De Angelis riesce a tratteggiare Irene come una donna viva, fallibile, a tratti buffa, a tratti spaventata, ma sempre credibile. Non una sorella-santa, ma una sorella vera. Nel mondo di Irene e Omar non ci sono (e non devono esserci) eroi, ma persone. Con la loro fatica, il loro humor, i loro sogni improbabili.

Ed è forse proprio questa normalità – curata nei minimi dettagli, come le maioliche del bagno o una canzone di Enzo Jannacci scelta con precisione, ovvero Ci vuole orecchio – a restituirci la sensazione più rara che il cinema possa offrire: quella di sentirci meno soli. La vita da grandi è un film che abbraccia, accoglie, non giudica. Commuove. È un’opera prima che merita di viaggiare ed essere vista, e in questo fulcro esce tutto il talento della sua autrice, lontana da cliché visivi e narrativi, capace di raccontare l’intimità senza essere autoreferenziale. Per noi è già da ora uno dei film più belli del 2025. Non perdetelo.
- VIDEO | Qui la nostra intervista a Scarano e De Angelis
- VIDEO | Qui il trailer de La vita da grandi:
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