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Miracle | Lee Jang-hoon, una stazione e quella favola moderna sul potere dei sogni

Vincitore al Far East Film Festival, arriva ora in sala ad Academy Two. Ecco perché dovreste vederlo

Una favola moderna: i protagonisti di Miracle.

ROMA – Negli anni Ottanta, Jung Joon-kyeong, diciassettenne genio incompreso della matematica, vive in un piccolo villaggio di montagna nella Corea del Sud dove i treni non si fermano mai. Ci sono i binari ma manca una stazione. Il suo sogno? Quello di fornire agli abitanti del villaggio una via di collegamento con il mondo. Per farcela è pronto a tutto. Anche a scrivere dozzine di lettere (ben cinquantaquattro!) al Presidente. Da qui parte il viaggio di Miracle, ppera seconda di Lee Jang-Hoon del 2021 che – a tre anni di distanza dallo struggente melò Be With You che ne segnò il debutto – ritorna in cabina di regia per raccontare una favola moderna sul coraggio di saper rischiare un miracolo.

Miracle: al cinema dal 23 marzo grazie ad Academy Two
Miracle e i protagonisti di una favola moderna.

«Credo che sia un miracolo guardare le persone che realizzano un sogno. E ho pensato che forse potevamo ricreare quel miracolo», ha detto Lee al riguardo. Ma questa è soprattutto una storia vera, perché Miracle – arrivato nei cinema italiani ora grazie alla sempre attenta Academy Two che ne ha curato la distribuzione – è ispirato a fatti realmente accaduti: la creazione della Yangwon Station a Bonghwa-gun, Gyeongsangbuk-do nell’aprile del 1988. Conosciuta come la più piccola stazione di treni privata dell’intera Corea, qui ricostruita nei minimi dettagli dalla Blossom Pictures che ne ha curato la produzione: «All’inizio della lavorazione abbiamo preso in considerazione l’idea di girare a Bonghwa, ma le condizioni intorno a Yangwon non erano convenienti per certi aspetti, a causa delle numerose attrezzature e del personale».

Miracle racconta la creazione della Yangwon Station a Bonghwa-gun, Gyeongsangbuk-do nell'aprile del 1988
Il film racconta la creazione della Yangwon Station nell’aprile del 1988

Per un Miracle che, dopo aver raccolto consensi in patria – distribuito in sala dalla Lotte Entertainment il 15 settembre 2021, ha incassato oltre 5 milioni e mezzo di dollari – e nel circuito festivaliero (vincitore del Premio del pubblico al Far East Film Festival 2022), è pronto ad entrare nel cuore degli spettatori italiani, specie per la capacità di scrittura di Lee che nel mescolare elementi umoristico-brillanti a un tono dolcemente nostalgico sullo sfondo di un conflitto scenico semplice ma efficace, dà vita a un melò vecchia scuola fatto di sogni impossibili, (tante) lacrime e prime volte come solo nelle migliori k-romance del primo decennio degli anni duemila. Prima, insomma, di quando l’industria cinematografica coreana (Parasite, Decision to Leave, Broker) venisse contaminata dai gusti e dal ritmo di racconto occidentale.

Park Jeong-min e Im Yoon-ah sono i protagonisti di Miracle

Un ritorno al passato, quello di Miracle, ma non solo in termini stilistici, perché vediamo Lee stimolare il senso nostalgico catturando la sensibilità degli anni Ottanta attraverso – oltre che oggetti scenici evocativi come telefoni pubblici e cassette postali del tempo, VHS, polaroid, mappe stradali, uniformi scolastiche dell’epoca, perfino Dreams Are My Reality di Richard Sanderson nella colonna sonora – immagini pulite, dalla fotografia ovattata, vivaci, in armonia con la natura di un villaggio rurale incontaminato, dalla scenografia color pastello. In altri termini? Un film piccolo e delicato, senza tempo eppure fuori dal tempo, a conferma che il cinema asiatico è una certezza dei nostri giorni cinematografici, anche nelle produzioni (solo) apparentemente meno forti.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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