ROMA –«Ogni società, ogni cultura, ha bisogno di un mito o di una bugia per tenersi insieme, per avere successo. Se credo che il sogno americano sia vero? No, ma ne abbiamo bisogno. Se dico che non esiste quasi non ha importanza…». James Gray racconta così a Hot Corn la sua visione di uno dei temi alla base di Armageddon Time, film presentato ad Alice nella Città in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma – ora in sala – in cui ripercorre la sua infanzia attraverso un personaggio Paul Graff (Michael Banks Repeta), ragazzino di dodici anni che dovrà confrontarsi con le contraddizioni della società con cui si sta per interfacciare e nella quale dilagano razzismo e discriminazioni. Una storia di formazione e crescita personale nell’America degli Ottanta ricca di spunti autobiografici, «e di fantasmi», come ci ha raccontato il regista nel corso della nostra video intervista e che vede protagonista un cast eccezionale composto, tra i tanti, da Anne Hathaway, Jeremy Strong e un sempre gigantesco Anthony Hopkins.
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La video intervista a James Gray è a cura di Manuela Santacatterina:
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