VENEZIA – «Penso ci sia una disillusione generazionale raccontata in questo film. Nonostante i protagonisti sognino tantissimo alla fine si scontrano con la realtà circostante e si rendono conto che cose semplici, come organizzare un concerto o restare amici, non lo sono affatto. Anzi, sono spesso insormontabili». Matteo Creatini racconta a Hot Corn il tema alla base di Margini, lungometraggio d’esordio di Niccolò Falsetti – unico italiano in Concorso alla Settimana della Critica di Venezia 79 in sala dall’8 settembre – in cui condivide la scena con Francesco Turbanti – anche sceneggiatore – ed Emanuele Linfatti. Tre amici di Grosseto, membri di un gruppo punk che cercano in tutti i modi di realizzare un concerto nella loro città scontrandosi con l’immobilismo della provincia. «La forza della scrittura del film ci ha permesso di creare i nostri inside jokes. Non a caso uno dei film che ci avevano dato da vedere è stato L’Odio, che non ha nulla a che vedere con Margini ma che ci ha aiutato guardando il tipo di fluidità e rapporto che quei personaggi avevano creato».
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La video intervista per Margini è a cura di Manuela Santacatterina:
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