ROMA – Tre capitoli, tre storie, tre pieni sequenza. Kornél Mundruczó racconta altrettante generazioni alle prese con il trauma dell’Olocausto e di come questo influisca sulla memoria e sulla vita delle persone. Anche a distanza di anni, anche se quel trauma è stato vissuto da altri esseri umani, in un’altra epoca. Come per Pieces of a Woman, anatomia di un lutto dai contorni fortemente autobiografici, Kata Webéer, compagna e storica collaboratrice del regista ungherese, attinge dal suo privato – il rapporto con la madre ebrea malata di Alzheimer – per Quel giorno tu sarai, pellicola applaudita a Cannes 74 e ora in sala per il Giorno della Memoria.

Ma il film del regista ungherese non va inteso solo come un’opera sulla Shoah. Quel giorno tu sarai è un film attualissimo e contemporaneo che parla più del nostro presente e futuro che del nostro passato. Lo fa guardando al trauma dei campi di concentramento, dello sterminio degli ebrei, del peso di chi è rimasto ma si traduce in una riflessione su un quotidiano tallonato da estremismi e razzismo. E lo fa attraverso una nonna, una figlia e un nipote. Éva (Lina Monori). Léna (Láng Annamária). Jónás (Goya Rego).

Ad ognuno di loro Mundruczó e Wéber dedicano un capitolo in cui suggeriscono come il trauma vissuto da Éva, ritrovata bambina in un campo di concentramento di Auschwitz e con un passato fatto di ricordi annebbiati, abbia influenzato la vita di sua figlia Léna per attraversare oltre sessant’anni di Storia ed avere ripercussioni anche su quella del nipote, giovane adolescente della Berlino di oggi che vorrebbe affrancarsi dal quel peso che ha sempre aleggiato nella sua vita. Girato in soli tredici giorni, il film è visivamente meraviglioso.

Una danza di tre piani sequenza in cui le atmosfere dell’opera teatrale da cui è tratta riecheggiano in più occasioni e in cui il regista alterna parentesi quasi sognanti legate alla memoria di Éva ad altre divise tra sequenze al chiuso e all’aperto. Una fluidità legata da un elemento, l’acqua, che ritorna in ognuno dei tre capitoli e li lega tra simbolismo e immaginazione. Prodotto, come per il precedente lavoro, da Martin Scorsese, Quel giorno tu sarai è un’esperienza immersiva, è cinema esperienziale con al suo interno un seme di speranza che apre e chiude il film e che, in entrambe le occasioni, è affidata a una bambina e a una coppia di adolescenti. E quindi al futuro.
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Qui sotto potete vedere il trailer di Quel giorno tu sarai:
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