ROMA – «La prima cosa che farei se fossi invisibile? Mi prenderei del tempo per me quando ho voglia di staccare da tutto». Giuseppe Dave Seke in Zero, la serie Netflix che debutterà il 21 aprile sulla piattaforma, interpreta Omar. Un ragazzo di seconda generazione che vive nel Barrio, quartiere periferico di Milano, in cui lavora come rider mentre sogna di diventare fumettista. La sua vita viene stravolta da un doppio incontro: quello con Anna (Beatrice Grannò), della quale s’innamora, e quello con Sharif (Haroun Fall), grazie al quale scoprirà di poter diventare invisibile. Un superpotere che userà per salvare il quartiere insieme ai suoi nuovi amici. Alla sua prima esperienza davanti la macchina da presa, Giuseppe, durante la conferenza di presentazione via Zoom, ha raccontato delle paure affrontate per interpretare Omar, del cambiamento che la serie rappresenta e dell’emozione di quel primo provino che gli ha cambiato la vita…

LA CONSAPEVOLEZZA – «Molte volte ci troviamo in una situazione in cui non ci accorgiamo di chi siamo, delle nostre qualità. Ci mettiamo da soli dei paletti che ci intrappolano. Quella che vive Omar è un’invisibilità che può capitare a tutti. Ma quando ti fanno rendere conto che il tuo potere può essere usato, a quel punto cambia tutto. Vedi il mondo da un’altra prospettiva. Credo che capiti a tutti di pensare di non essere in grado di affrontare una situazione. Io per primo mi ci ritrovo. Zero è la mia prima serie e la mia prima esperienza da attore. All’inizio non pensavo di riuscirci. Solo dire “Netflix” mi faceva tremare la bocca. Poi mi hanno fatto rendere conto che potevo riuscirsi. Basta credere in se stessi».

SENTIRSI INVISIBILI – «Quando mi sono sentito invisibile nella mia vita? Forse nel periodo adolescenziale. Non riuscivo ad esprimermi, a capire cosa fare. Questi pensieri in testa più il fatto di non sentirmi capito dalle persone mi facevano sentire invisibile. Ma credo sia una condizione che tutti abbiamo vissuto prima o poi…».

IL CAMBIAMENTO – «Penso che quella di Zero sia una grande opportunità per tutte le seconde generazioni e per tutte le storie future che arriveranno dopo questa serie. Il mondo va veloce. Basta pensare al web o alla musica. Da dieci anni ad oggi ci sono stati molti cambiamenti. Ho due fratelli più piccoli, per loro è normale avere una comitiva di amici mista. È una cosa in atto che non si può fermare».

IL PROVINO – «Un caro amico mi ha girato il post di Antonio (Dikele Distefano, ideatore della serie, ndr) in cui scriveva che si cercavano attori per Zero. All’inizio pensavo di non essere in grado. Poi ho mandato un video. Il giorno del mio compleanno mi è arrivata una mail con l’invito ad andare a Milano per fare il primo provino. Non ci ero mai stato. Per me già quella era una vittoria. Ma l’ho presa con leggerezza. Ho deciso di mettermi in gioco, ma senza ansia. È stata la chiave che mi ha permesso di inserirmi nel cast. Quando mi hanno dato il ruolo ho provato 3 secondi di felicità e 12 ore di “Oh mio Dio non ce la farò mai”. Ma anche grazie agli altri ragazzi ce l’ho fatta. Ognuno di loro mi ha dato qualcosa. Il gruppo è incredibile. È stata la cosa più bella che mi potesse capitare. Abbiamo passato tre mesi in un hotel in piena pandemia ma ce la siamo vissuta in un modo che ci ha fatto legare ancora di più. E sul set abbiamo portato quell’energia».
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Qui potete vedere il trailer di Zero:
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