VENEZIA – Miss Marx? Ovvero l’amore e la storia dietro un’icona di nome Eleanor Marx. Susanna Nicchiarelli, torna al Lido, questa volta in Concorso (la prima volta risale addirittura al 2009, con Cosmonauta), portando il biopic sulla figlia di Karl, interpretata da una bravissima Romola Garai. Eleanor, infatti, fu una delle pioniere che più si avvicinarono al socialismo e al femminismo, facendo arrivare le sue battaglie fino ad oggi. Del resto, le importanti lezioni che ascoltava nella sua casa sempre piena di intellettuali, la aiutarono a combattere ingiustizie, sfruttamento e disuguaglianze. «Con la sua apparente incongruenza tra dimensione pubblica e privata la storia di Eleanor Marx apre un abisso sulla complessità dell’animo umano, sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di certe relazioni sentimentali», racconta la Nicchiarelli.

IL MATERIALE STORICO – «Ho avuto accesso a tutte le sue lettere, ai suoi quaderni di bambina, ai disegni. È stato divertente scoprire il mondo di questa famiglia, i loro giochi di società. Quello che si vede nel film è tutto vero, anche alcuni dialoghi vengono dalle sue lettere. La vera sfida è stata misurarmi su un personaggio realmente esistito che sentivo però molto moderno. L’Ottocento ci sembra lontano ma è più vicino di quanto pensiamo. Nel film ho inserito un gioco chiamato Confessioni. Si passavano un foglio e si ponevano delle domande. Ho preso le cose più significative per far affiorare le sfaccettature delle persone. È bello lavorare su delle icone e scoprire degli esseri umani».

IL TEMA – «Eleanor è una figura importante anche per il suo femminismo, ha usato il socialismo per articolare il suo discorso femminista, ne parla il termini politici e sociali. Lei lottava per i diritti dei più deboli, per tutti gli sfruttati della società. Quindi per me il film non ha solo un aspetto femminista. Parla di una contraddizione propria dell’essere umano, il conflitto tra parte razionale e parte emotiva».

IL TEMA – «Eleanor è una figura importante anche per il suo femminismo, ha usato il socialismo per articolare il suo discorso femminista, ne parla il termini politici e sociali. Lei lottava per i diritti dei più deboli, per tutti gli sfruttati della società. Quindi per me il film non ha solo un aspetto femminista. Parla di una contraddizione propria dell’essere umano, il conflitto tra parte razionale e parte emotiva».
LA MUSICA – «I Downtown Boys li scoperti grazie a un amico. Sono dei ragazzi americani, dei comunisti. La loro energia credo sia passata attraverso le immagini. Ascoltavamo la loro musica sul set per ricordarci e rendere attuali le battaglie di Eleanor. Non volevo fare un film nostalgico ma sull’oggi. IGatto Ciliegia contro il grande freddo hanno riarrangiato dei brani di Litz e Chopin dando un senso di romanticismo al film ma volevo ricordare allo spettatore che Miss Marx è un film ambientato nel passato ma sull’oggi».

LE PAROLE – «L’Ottocento è un’epoca di parole. Valeva la pena far dire a Eleanor quelle parole rivolete al pubblico. È una cosa che mi piace molto sia spettatrice che da regista. Quando faccio un film ho vari elementi con cui poter giocare. Le sue parole sono importanti e volevo le dicesse al pubblico».

GLI ATTORI – «Ho adorato il lavoro dei miei attori, dai protagonisti ai persoanggi minori. Hanno stidiato molto, sono arrivati sul set che sapevano molto di più di me. Patrick cercava di capire le ragioni del suo personaggio anche se era una figura negativa e credo sia eccezionale avere degli attori così».
L’INDIVIDUALITÀ – «Sogno il giorno in cui non sara più interessante parlare di quante donne ci sono in Concorso in un festival. Vorrei che il mio film non venisse giudicato per questo. Io sono diversa dalle altre registe donne e gli altri registi sono diversi tra di loro. È la nostra individualità a contare».
Qui la nostra intervista alla protagonista Romola Garai:
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