ROMA – Chi ama il cinema di Federico Fellini, ne ricorda ogni piccola sfumatura delle immagini. Perché la sua arte si incolla alla memoria e anno dopo anno scava nei cuori e nelle teste. Il bagno nella Fontana di Trevi di La dolce vita ne è un esempio, per citare una delle scene più iconiche del maestro, al pari della visione del Rex in Amarcord. Ma ci sono momenti più dolci, meno eclatanti. Un esempio? L’apparizione di Claudia Cardinale in 8½ con la frase perfetta indirizzata al suo Guido «perché non sa voler bene». O il meraviglioso pellegrinaggio al Divino Amore di Le notti di Cabiria. Ecco, in questo caso partiamo proprio da quella sequenza che Fellini orchestrò con delicatezza, per evidenziare la tragedia della piccola prostituta che chiedeva alla madonna di cambiare vita.

Da questo e dall’altrettanto portentoso ritrovamento di sessantacinque foto dell’epoca da parte dell’assistente di Fellini, Paolo Nuzzi, nasce un nuovo volume, il libro di Jonathan Giustini, Fellini inedito (Interno4 Edizioni). Gli scatti raffigurano il sopralluogo al Santuario del Divino Amore, non lontano dalla Capitale, uno dei luoghi di culto più amati dai romani. Immagini mai pubblicate prima, che danno vita ad un prezioso racconto fotografico, commentato e rivissuto, fotogramma dopo fotogramma, arricchito da due interviste – anch’esse inedite – allo scrittore Manuel Vázquez Montalbán e a Manoel De Olivera. Una pubblicazione rivolta agli estimatori del Maestro, che si inserisce perfettamente nelle celebrazioni per il centenario della nascita di Fellini.

Ma di cosa parla il film a cui il libro è dedicato? È un tributo ad una minuscola eroina. Cabiria, interpretata da Giulietta Masina, peripatetica romana, dolce e credulona, con maglia a righe e pelliccetta spelacchiata. Non ha davvero nulla a che spartire con il mestiere che fa, anzi si distingue da tutte le altre per il fisico da scricciolo e l’indole buona. Apparsa per la prima volta in Lo sceicco bianco, ritorna come protagonista nel film del 1957, vincitore dell’Oscar alla migliore opera straniera. Una storia, la sua, che parla d’amore: quello che la donna cerca disperatamente dall’uomo che poi la tradirà, sottraendole tutti i suoi risparmi. Perché la dolce Cabiria – nome ispirato dal capolavoro di Pastrone – riesce a vedere solo il buono nel cuore delle persone e si accontenta di poco per essere felice.

Il libro di Jonathan Giustini quindi ci permette di fare un salto indietro nel tempo e – anche – di rivedere una Roma che non c’è più: la città degli ultimi che si snoda dall’ansa del Tevere, San Paolo, la Magliana e le baracche di Acilia e quella della via Veneto delle ricche star come Alberto Lazzari (Amedeo Nazzari). Nelle immagini scattate da Paolo Nuzzi, che con Federico Fellini lavorò come assistente alla scenografia, alla regia e alla produzione, rivive un’epoca splendente e la grandezza di un autore che gli umili, i puri, li ha sempre idolatrati.
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Giulietta Masina è Cabiria
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