ROMA – La tensione nasce e cresce poco a poco, quando ci rendiamo conto che la missione sulla Luna è finalizzata a salvare il mondo. Un mondo in cui non c’è più acqua, e quella poca che c’è è razionata, limitata, concessa a pochi. Con questo spunto – toccando poi le corde thriller e horror – The Silent Sea punta a ritagliarsi un importante spazio nelle produzioni sci-fi, continuando a coltivare l’estro e la prosperità delle produzioni Sud Coreane (qualcuno ha detto Squid Game?) che trovano un ampio pubblico su Netflix.

In questo senso lo show, scritto da Park Eu-kyo e diretto da Choi Hang-yong, che ha tratto la storia dal suo omonimo corto The Sea of Tranquility (datato 2014), gioca sui flashback e sul montaggio incrociato, mentre i protagonisti si ritrovano in un incubo che pare non avere via d’uscita. Sì perché tutto gira attorno alla squadra di astronauti e scienziati, spediti sulla Luna per recuperare diversi campioni che dovrebbero salvare il mondo. Peccato però che nulla (proprio nulla) va come dovrebbe: l’allunaggio è un disastro, i membri del team sembrano non legare tra loro e, soprattutto, la stazione di Balhae è piena di cadaveri, morti – pare – per annegamento.

Ma non finisce qui, anzi. Perché se arrivare fin lì non è stato semplice (e qualcuno ci ha anche rimesso la pelle prima del tempo), tornare sulla terra diventa praticamente impossibile, tanto che il tasso di sopravvivenza stimato è appena del 10%. Tra loro il capo missione Han (Gong Yoo), l’astrobiologa Song Ji-an (Bae Doona) e il capo ingegnere Ryoo (Lee Joon). Tra pericoli, segreti e colpi di scena, dovranno capire cosa è successo e, soprattutto, cosa li aspetta una volta tornati a casa. Sempre se ci riusciranno, ovvio.

Dunque, uno scenario da brivido, agganciato al tema preponderante della Crisi Climatica, fanno di The Silent Sea una serie atipica (ed esteticamente molto, molto curata) che si regge sui paradigmi del thriller e del fantascientifico. Otto puntate stracolme di colpi di scena e cambi di prospettiva, dosando però la narrazione in funzione delle regole seriali. Così, dopo l’uragano che ha portato Squid Game e la sorpresa Hellbound, l’estro narrativo della Sud Corea continua a tracciare una strada interessante, con coraggio, visione e un pizzico di spietatezza. E dopo aver visto The Silent Sea – che vi piaccia o no – ve ne renderete decisamente conto.
The Silent Sea, il trailer:
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