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Emily in Paris 2 | La serie con Lily Collins? Una favola contemporanea e pop

La seconda stagione della serie Netflix creata da Darren Star è una visione terribilmente piacevole…

Emily in Paris 2
Emily in Paris 2

VENEZIA – Emily in Paris è a tutti gli effetti una favola contemporanea, molto distante dalla realtà. Qui, le pandemie non esistono e la posta in gioco sale solo quando devi premere il pulsante “prossimo episodio” su Netflix, che è il livello perfezionato dai romanzi e dalle commedie romantiche dei primi anni 2000: il massimo piacere per dolore, tensione o pensiero minimo. Le avventure della protagonista (Lily Collins) si svolgono esattamente come la tredicenne di Trent’anni in un secondo immaginava la vita adulta: champagne a profusione, vestiti meravigliosi, riunioni di lavoro in cui si fanno solo presentazioni powerpoint, weekend tra ragazze a St. Tropez e uomini che sembrano usciti dalle pubblicità dei profumi.

Emily in Paris 2
Lily Collin in una scena di Emily in Paris 2

Dopo il successo della prima stagione (forse proprio per i motivi sopracitati), Netflix ha deciso di presentare il secondo capitolo nello stesso periodo dell’anno, probabilmente per riempire di leggerezza le meritate ore di inattività che si hanno durante le vacanze di Natale. In Emily in Paris 2 vediamo quindi la protagonista, ignara giovane dirigente di marketing americana, mentre pasticcia con il francese, pianifica feste e campagne sui social media per beni di lusso e diventa sempre più invischiata in un triangolo amoroso con la sua affascinante amica francese Camille (Camille Razat) e il suo dirimpettaio, lo chef Gabriel (l’irresistibile Lucas Bravo).

Lily Collins e Ashley Park in una scena della serie

Nella seconda stagione Emily è più a suo agio negli uffici di Savoir, la società di marketing per cui lavora e anche con Parigi, nonostante la ragazza sia ancora alle prese con le idiosincrasie della vita in Francia in cui dovrà stare ancora un anno prima di tornare a Chicago. Certo, nel nostro mondo è passato un anno, ma nel suo il tempo e le stagioni sono una sfocatura, attivata ai fini della trama. Il creatore Darren Star ha trovato la formula del successo per Emily in Paris: dacci un’eroina goffa, buttala in uno scenario di lavoro da pesci fuor d’acqua, circondala di personaggi secondari meravigliosamente eccentrici, riempi la sua vita di clienti divertenti e affascinanti e poi lascia che la leggendaria costumista Patricia Field vesta tutti deliziosamente. Riprendi tutto in una città iconica, et voilà, il gioco è fatto.

Emily in Paris 2
Una scena di Emily in Paris 2

Questa serie dichiaratamente pop non cambierà di certo il mondo o rivelerà gli aspetti più profondi dell’animo umano, ma è terribilmente piacevole. Emily in Paris 2 poi ha anche preso alcuni accorgimenti dopo la virulenta risposta della critica alla sua prima stagione. In questo nuovo capitolo la protagonista non spiega costantemente ai francesi cosa c’è che non va nella loro cultura. Pubblica meno didascalie di foto totalmente insensate sui social, non è acclamata come un genio del marketing per aver avuto qualche idea banale. Altra nota di merito di questo secondo capitolo è lo spazio per la lingua francese, molte linee di dialogo sono totalmente in francese, scelta logica e sensata soprattuto quando le conversazioni avvengono solo tra personaggi francofoni. Irrealistico nella prima stagione era il persistete utilizzo dell’inglese anche in assenza della Collins.

Una scena di Emily in Paris 2

Lily Collins è un’attrice magnetica con alle spalle una carriera degna di nota, ma la sua Emily è purtroppo meno interessante di molti dei personaggi che la circondano. E quei personaggi contribuiscono a gran parte del successo della serie. Questa stagione intreccia saggiamente più storie: in primo luogo, la coinquilina di Emily, Mindy, che ha lasciato la sua ricca famiglia cinese per farcela da sola, esibendosi prima in un drag club e poi per strada con la sua band. Un’ottima notizia dal momento che è interpretata dalla star di Broadway Ashley Park (meglio conosciuta per la versione musicale teatrale di Mean Girls). È selvaggiamente attraente e, in generale, e le sue esibizioni vocali sono un punto culminante. (Non tutti possono realizzare una cover da solista di Dynamite dei BTS).

Un’immagine della seconda stagione

Emily in Paris 2 inoltre segue più da vicino anche la meravigliosa Sylvie (Philippine Leroy-Beaulieu), che diventa finalmente la Miranda Priestly sexy e pungente che speravamo di vedere già lo scorso anno. Il personaggio che spicca su tutti negli ultimi episodi, però, è Madeline (Kate Walsh), la capa di Emily che, dagli States, arriva a Parigi offrendo il ritratto di una donna kitsch e aziendalista che è anche l’essenza più piena dell’americanità esportata in Europa. In definitiva, Emily in Paris si riconferma un prodotto leggero e divertente che non si prende troppo sul serio e siamo fiduciosi, ça va sans dire, che Netflix annuncerà presto una terza stagione…

Qui sotto potete vedere il trailer di Emily in Paris 2:

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