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Una Poltrona per Due | Una tradizione natalizia? No, il film di John Landis è molto di più

Dan Aykroyd e Eddy Murphy, gli Anni Ottanta e un mito da (ri)valutare. Come se fosse la prima volta…

Una Poltrona per Due
Una Poltrona per Due

VENEZIA – Prima, un’ammissione: chi scrive non aveva mai visto Una Poltrona Per Due prima di quest’anno. Lo sappiamo, alla stragrande maggioranza di voi sembrerà impossibile e verrà spontaneo chiedere: “Come si può non averne mai visto almeno una scena o non sapere di che cosa parli?” Eppure questo mito degli anni Ottanta che scalda tanto i cuori di diverse generazione e che da decenni è un punto fisso nel palinsesto televisivo italiano durante le feste natalizie, potrebbe anche essere qulalcosa di sconosciuto. Così, vedendo per la prima volta il film si resta stupiti, con le aspettative superate per due semplici ragioni: la regia firmata da John Landis e l’assoluta aderenza del film alle problematiche della società statunitense, ancora molto attuali. Una Poltrona Per Due, uscito nel 1983 negli States e l’anno successivo in Italia, conquistò la critica e il box office internazionale guadagnando la bellezza di 90 milioni di dollari.

una poltrona per due
Dan Aykroyd e Eddie Murphy

Roger Ebert, esponente leggendario della stampa cinematografica americana, accostò il film alle grandi commedie di Billy Wilder e Frank Capra, proprio perché in questa rivisitazione new age del romanzo Il Principe e Il Povero ci sono continue situazioni tragicomiche che fanno parecchio ridere, ma anche riflettere. Dan Aykroyd e Eddy Murphy vestono i panni di due uomini in antitesi: il primo è un supponente agente di borsa con una carriera avviata presso una società dell’alta finanza, il secondo un clochard che chiede l’elemosina fingendosi un veterano della guerra in Vietnam ai margini della strada. A causa di un incontro casuale, i due diventeranno burattini inconsapevoli di un esperimento sociale messo in atto dai fratelli Duke (Don Ameche e Ralph Bellamy), due magnati ricchi e annoiati, che attueranno uno strampalata scommessa che scambierà le vite di questi ignari personaggi.

Murphy con i Fratelli Duke, Don Ameche e Ralph Bellamy
Murphy con i Fratelli Duke, Don Ameche e Ralph Bellamy

Louis Winthorpe lll (Aykroyd) si ritrova improvvisamente sul lastrico, quando i fratelli Duke riescono a incastrarlo per traffico di droga, finendo per perdere tutti i suoi agi: il lavoro, la casa, e perfino la promessa sposa, mentre Billie Ray Valentine (Eddie Murphy) verrà assunto al posto di Louis, godendosi i privilegi della sua posizione. Quando però i due scopriranno l’inganno, dovranno unire le forze per farla pagare ai due anziani magnati e vendicarsi dei torti subiti. E la ricetta vincente del film sta nella diversità dei due protagonisti che si trasforma pian piano in una sorta di armonia, simbolo di una rivalsa sociale che allontana pregiudizi e luoghi comuni sulla condizione umana e che espone come il contesto e la situazione economica di una persona ne determinano purtroppo l’intera esistenza. La sintonia che si innesca tra Aykroyd e Murphy è qualcosa di imperdibile e la regia di Landis regala momenti di puro divertimento.

Dan Aykroyd, Eddie Murphy e Jamie Lee Curtis sul set. Era il 1983
Dan Aykroyd, Eddie Murphy e Jamie Lee Curtis sul set. Era il 1983

Una sorta di favola dei nostri giorni che non risulta mai troppo melensa o gratuitamente buonista, ma che prende ispirazione dal classico racconto popolare di rivalsa per lanciare qualche frecciatina alla società degli anni Ottanta, e, involontariamente, anche a quella attuale. Se Una Poltrona Per Due è in voga ogni Vigilia di natale significa che, ancora oggi, siamo affascinati dal cambio di prospettiva che questi film propongono nei confronti della nostra posizione sociale. Ma perché, a quasi 40 anni di distanza dalla sua realizzazione, continua a colpire il pubblico? Perché è una contro-favola con un lieto fine e tanti elementi tragicomici; quello che rende quest’opera speciale è la sua straordinaria capacità di trattare temi universali come l’analisi della natura umana e l’ingiustizia sociale. Una commedia meno mordace rispetto a quelle a cui ci aveva abituati Landis, ma al contempo politicamente scorretta. Una Poltrona Per Due non è stata di certo l’ultimo grande opera del cineasta, ma è stata la ciliegina sulla torta del suo periodo d’oro, quella che gli ha permesso, nel giro di un lustro, di sfornare diversi cult della commedia statunitense. Come Animal House e The Blues Brothers.

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