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Alfredo Gramitto Ricci: «Edizioni Curci, il nostro viaggio e la rinascita delle colonne sonore…»

Diabolik, Freaks Out, Bellocchio: come un’etichetta storica si sta prendendo il futuro delle soundtrack

Alfredo Gramitto Ricci, Managing Director di Edizioni Curci.

MILANO – Bastano pochi passi per respirare la storia. Antichi spartiti appesi alle pareti, il volto di Domenico Modugno, e poi Mina, note dipinte di blu e vecchi vinili, Piazzolla compreso. Entrare nella sede delle Edizioni Curci a Milano, in Galleria del Corso, è come entrare in un magnifico museo, un museo che però continua a vivere e brulicare, in bilico tra passato, presente e – soprattutto – futuro. «Quasi cento anni fa Curci ha cominciato con le colonne sonore, nel cinema muto, e ora la storia continua», ricorda Alfredo Gramitto Ricci, erede di una dinastia iniziata nel 1860 e oggi Managing Director di Curci. La società controlla un repertorio di cui fanno parte classici della canzone italiana, sì, ma anche molte grandi colonne sonore. Con Gramitto Ricci e con Antonella Zappietro – Synch & Licensing Manager, che segue anche la sezione di musica da cinema – abbiamo così parlato proprio del mondo delle soundtrack, di nuovi compositori e della strategia della label che, negli ultimi mesi, ha pubblicato quasi tutte le colonne sonore più importanti del cinema italiano. Qualche titolo? Esterno Notte di Marco Bellocchio, Siccità di Paolo Virzì, senza dimenticare Diabolik, Io sono l’abisso, L’ombra di Caravaggio e Freaks Out.

Alfredo Gramitto Ricci negli uffici della Curci.

LA STORIA – «Da dove cominciamo? Dall’inizio: storicamente Curci ha sempre avuto una particolare attenzione per le colonne sonore, possiamo dire addirittura di essere stati dei pionieri nel campo. Negli anni Trenta fu addirittura tra le prime etichette a fornire la colonna sonora ai film muti italiani ed esteri, quando i fratelli Curci, Alfredo e Alberto, cominciarono a pubblicare le musiche scritte appositamente per i musical americani, prima con il muto e poi il cinema di molti film, vedi Retroscena di Alessandro Blasetti, uscito nel 1939. Così firmarono per Curci compositori come Renzo Rossellini, Alessandro Cicognini e Domenico Savino iniziando una tradizione che continuò poi per decenni. Fino a quando? Più o meno fino agli anni Settanta con soundtrack celebri di cult come Lo chiamavano Trinità, firmata da Franco Micalizzi – che Tarantino ha poi inserito nel suo Django Unchained – oppure di A Venezia… un dicembre rosso shocking di Pino Donaggio, o ancora West and Soda dal cartoon di Bruno Bozzetto, ma anche di autori come Franco Mannino con capolavori di Luchino Visconti come Gruppo di famiglia in un interno».

Due spartiti di colonne sonore edite da Curci tra gli anni Trenta e Quaranta.

IL SALTO – «E poi? Per un periodo c’è stato un abbandono totale di Curci dell’ambito delle colonne sonore, si preferì la musica pop, che ovviamente era molto più redditizia e aveva un riscontro immediato. Per quasi trent’anni non abbiamo più trattato musica da cinema fino ad una scintilla che ha fatto ripartire tutto: l’anniversario de Lo chiamavano Trinità. Dopo tanti anni ancora era richiestissima quella colonna sonora e così abbiamo pensato di recuperare il tempo perduto e ricominciare. Così siamo ripartiti nel 2012 circa, il primo passo fu con Manuel De Sica e la soundtrack de L’amore è imperfetto di Francesca Muci. Abbiamo lavorato poi gradualmente tra alti e bassi, scelte azzeccate e flop, nuovi nomi e compositori affermati. Qualche titolo? Piuma di Roan Johnson, ma anche Latin Lover di Cristina Comencini, La verità sta in cielo di Roberto Faenza, Il ricco il povero e il maggiordomo di Aldo Giovanni e Giacomo, fino a La dea fortuna di Ozpetek con la canzone di Diodato».

Da Trinità a Ozpetek, alcune delle colonne sonore Curci.

IL PRESENTE – «Negli ultimi due anni abbiamo pubblicato molte colonne sonore importanti, quasi sempre in digitale, anche se a volte in casi particolari facciamo delle edizioni limitate in vinile, com’è successo per i due capitoli di Diabolik dei Manetti, musiche firmate da Pivio e De Scalzi, e per Freaks Out di Gabriele Mainetti, di Michele Braga. Come scegliamo i progetti? Dipende. A volte per ragioni commerciali, a volte culturali, a volte perché amiamo il compositore che è al lavoro. Negli ultimi mesi abbiamo anche avuto Franco Piersanti sulla colonna sonora di Siccità di Paolo Virzì, la colonna sonora di Rocco De Rosa e Lucio Gregoretti per Dante di Pupi Avati fino a Bruno Falanga per Per niente al mondo di Ciro D’Emilio e Gabriele Roberto e Andrea Boccadoro che hanno invece firmato la soundtrack del nuovo film di Pappi Corsicato, Perfetta illusione, purtroppo passato in sala un po’ in sordina. Spesso il lavoro da fare è convincere i produttori che l’importanza della qualità dello score originale è fondamentale, non bastano solo le canzoni di repertorio…».

IL FUTURO – «C’è senza dubbio un problema in Italia sulle colonne sonore: abbiamo una storia e un repertorio enormi, ma non vengono raccontati o celebrati per quello che meritano. L’obbiettivo di Curci è anche spingere in questa direzione, anche portando nomi nuovi all’attenzione di registi e produttori, cercando di espandere i confini della musica da cinema. Pensiamo a Fabio Massimo Capogrosso, per esempio, compositore umbro classe 1984, primo compositore in residenza della storia della Filarmonica Toscanini, che veniva da un percorso completamente diverso da quello che solitamente si fa in questo ambito. Marco Bellocchio ha ascoltato qualcosa di suo e gli ha chiesto di scrivere la colonna sonora di Esterno Notte. Non solo, adesso Capogrosso sta anche scrivendo le musiche del prossimo film del regista, La conversione».

I PROGETTI – «Al momento abbiamo una decina di progetti su cui stiamo lavorando, alcune colonne sonore che stiamo valutando e altre invece già iniziate e solo da concludere. Di due film molto importanti non possiamo ancora parlare, uno invece su cui contiamo molto è il nuovo lavoro di Laura Luchetti tratto da uno dei racconti di Cesare Pavese: La bella estate. Le musiche saranno firmate da Francesco Cerasi, autore con cui abbiamo iniziato a lavorare da tempo sui film di Ivano De Matteo come La vita possibile e I nostri ragazzi, e che ha anche lavorato a Piano Piano di Nicola Prosatore. Poi faremo invece il nuovo film di Neri Marcorè da regista, Zamora, su cui sarà invece Pacifico a firmare la soundtrack. Insomma, l’orizzonte di Edizioni Curci ha ancora molto da regalare al mondo della musica da cinema, vedrete…».

  • SOUNDTRACK | Quando la musica incontra il cinema
  • PLAYLIST | La playlist di Hot Corn per Edizioni Curci:

 

 

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