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Soulmates | L’amore ai tempi degli algoritmi e l’importanza del fattore umano

La serie antologica Prime Video strizza l’occhio a Black Mirror e riflette sulla fiducia data alla tecnologia

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ROMA – Il vero amore è scritto nel destino o è una scelta? Da questa domanda prende il via Soulmates, serie antologica disponibile su Prime Video creata da Brett Goldstein e William Bridges. Lo stesso Bridges già autore di Black Mirror, a cui la serie targata AMC è legata da tematiche e ambientazione. Collocata temporalmente in un futuro prossimo, a circa quindi anni dal nostro presente, Soulmates ruota attorno a una nuova compagnia, la Soul Connex, che ha sviluppato un test in grado di determinate con assoluta certezza chi sia la nostra anima gemella. Se anche l’altra persona ha fatto il test ed è disposta a incontrare l’altra metà della mela, ecco che il “vissero felice e contenti” dovrebbe essere la regola, giusto?

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Sarah Snook e Kingsley Ben-Adir nel primo episodio di Soulmates

Ma c’è, ovviamente, un ma. Delegando a una macchina e ai suoi calcoli precisi l’imprevedibilità dei sentimenti umani, non sempre la felicità è la risposta. Sei episodi per altrettanti personaggi e storie che declinano in varianti sempre diverse le conseguenze di una scelta lasciata a un algoritmo. C’è la coppia felicemente sposata dai tempi del college – interpretata da Sarah Snook e Kingsley Ben-Adir – che si ritrova in crisi quando tutti intorno a loro fanno il test rivoluzionando, da un giorno all’altro, le loro vite; chi è convinto di aver trovato l’anima gemella e si ritrova vittima di una truffa; o, addirittura chi, eterosessuale, scopre che la persona con cui è destinata a trascorrere il resto della sua vita è del suo stesso sesso.

Bill Skarsgård e Nathan Stewart-Jarrett in una scena della serie

Già rinnovata per una seconda stagione, Soulmates vede nel cast, oltre ai già citati Ben-Adir e Cooke, nomi come David Costabile, Bill Skarsgard, Charlie Heaton, Laila Costa, Nathan Stewart-Jarrett, Malin Akerman e Sonya Cassidy. Visivamente debitore di Black Mirror, con una tecnologia avanzata dalle linee minimali che coinvolge ogni aspetto della quotidianità, Soulmates ne sembra quasi uno spin-off declinato alla sola sfera sentimentale. Affascinante nel mostrare come l’inclinazione dell’essere umano all’insoddisfazione e alla voglia di avere sempre di più – in ogni ambito – lo porti a risvolti spesso rovinosi ma anche troppo simile nelle atmosfere alla serie di Charlie Brooker per affrancarsene.

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Malin Akerman e Charlie Heaton in una scena di Soulmates

Quella di Soulmates è una riflessione sulla fiducia che riponiamo nella tecnologia e su come questa finisca per tradirci lasciandoci più soli e isolati di prima. Un monito sui pericoli dell’affidare la nostra vita e i nostri dati sensibili a un software nella speranza che migliori le nostre esistenze in virtù di una infallibilità scientifica. In un tempo in cui le App di dating si sono sostituite agli appuntamenti vecchio stile, tra match e swipes, la serie ci mostra quello che potrebbe essere il futuro a cui andiamo incontro se dimentichiamo di aggiungere al calcolo il fattore umano.

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Qui potete vedere il trailer di Soulmates:

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