Recensione Thor: Ragnarok

Da qualche tempo a questa parte i supereroi hanno colonizzato le sale cinematografiche.

Nel tripudio generale di tutine in spandex ed effetti speciali, non tutti hanno avuto la stessa fortuna.

Ci sono eroi, come Iron Man, Spider-Man, Bat-Man e Capitan America che non sembrano stancare mai il pubblico e ce ne sono altri come Super-Man, Hulk, Wonder Woman, che invece hanno conosciuto alti e bassi.

All’interno di questo quadro, il franchise Thor non è certo uno dei più facili da gestire. Pur vantando una serie di record (super-eroe più forte dell’universo Marvel, primo ad esser morto e risorto, primo a venire clonato…), infatti, il figlio di Odino non è mai stato una delle primedonne della “casa delle idee“.

Alla fine degli anni ’90, tra l’altro, Thor conobbe una crisi di pubblico paragonabile a quella con cui, in casa DC, dovette fare i conti Super-Man.

Tutto questo, però,è cambiato con la serie filmica prodotta da Disney – negli indici di gradimento attuali Thor figura al 5° posto – segno evidente che a Hollywood hanno lavorato molto bene con il personaggio.

Thor: Ragnarok conferma questa tendenza, rivelandosi il migliore dei tre film fin qui usciti sull’eroe di Asgard.

In quest’episodio c’è tutto quello che serve per divertire il pubblico: un eroe senza macchia e senza paura, capace di non prendersi troppo sul serio, una serie di potenti comprimari (Heimdall, Hulk, Loki e Valchiria) una cattiva epica e sexy (una splendida e perfida Cate Blanchett), un altro cattivo da burletta (il “Gran maestro” interpretato da un gigioneggiante Jeff Goldblum), un demone gigantesco, tanta azione e, soprattutto, la spiegazione di avvenimenti che si riveleranno decisivi nella continuity dei prossimi film Marvel: Guardiani della Galassia 3 e Avengers: la Guerra dell’Infinito.

A conti fatti, le due ore e dieci di durata del film sono anche poche, considerato tutto quello che succede e tutte le sottotrame che vengono presentate.

E, in un certo senso, il finale, che per ovvi motivi non spoileriamo, rispetta queste premesse, non chiudendo la vicenda, ma rimandando piuttosto ai prossimi lungometraggi (se avete visto le preview mostrate al Comic-Con sapete a cosa mi riferisco).

Ci sono perfino due scene extra: una, imperdibile, prima dei crediti finali, e una al termine (divertente, ma fine a sé stessa).

Insomma: visione raccomandata, a prescindere da quale che sia il vostro eroe preferito. Se vi perdete questo film, dovrete correre ai ripari più avanti, per non rischiare di non capir nulla di come l’universo Marvel sia arrivato alle porte del cataclisma imminente.

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