ROMA – La magica terra di Oz nasconde la storia di un’amicizia di cui già conosciamo il finale, ma è nel rapporto tra la strega cattiva dell’Ovest Elphaba e la strega buona del Sud Glinda che risiedono le fondamenta di un mondo magico e misterioso che annaspa in un incessante desiderio di serenità, fino a rischiare di tirarsi la zappa sui piedi. Wicked racconta lo scheletro di un’amicizia che spostandosi tra l’accettazione e il pregiudizio, nel suo omonimo musical con Idina Menzel e Kristin Chenoweth manca la profondità che invece l’adattamento cinematografico di Jon M. Chu (Crazy & Rich, Sognando a New York – In the Heights) con la sceneggiatura di Winnie Holzman, Stephen Schwartz centra fin da subito.

Ben prima del rocambolesco arrivo di Dorothy nel Regno di Oz, Elphaba (Cynthia Erivo), una ragazza nata con la pelle verde smeraldo, incrocia il suo destino con Glinda (Ariana Grande), una giovane bionda, vivace e adorata da tutti. Nonostante le profonde differenze che le dividono, tra loro nascerà un’insolita amicizia. Ma l’ombra del regime corrotto del Mago di Oz trasformerà presto la loro relazione, conducendola verso risvolti inaspettati. Se il musical si distingue per l’intensità emotiva che le canzoni sanno conferire alla storia, il film Wicked non si limita a celebrare la musica di Stephen Schwartz, ma la integra sapientemente, amplificando l’impatto delle emozioni e dei temi al centro della narrazione.

Questa versione cinematografica mantiene una durata pari all’intero spettacolo teatrale nella sua prima parte (la seconda arriverà esattamente tra un anno), ma riesce ad offrire alla storia un ritmo più disteso, permettendole di respirare. Jon M. Chu sfrutta con maestria gli strumenti fondamentali del linguaggio cinematografico per arricchire di profondità i personaggi e l’amicizia che li lega. Wicked sa bene che il cuore della storia risiede nella relazione tra Elphaba e Glinda e che senza questa connessione, il resto perderebbe di significato. Questa consapevolezza traspare chiaramente, soprattutto grazie alle interpretazioni di Erivo e Grande: oltre alle loro straordinarie doti vocali, le due attrici riescono a costruire una chimica sul grande schermo che richiama quella iconica di Idina Menzel e Kristin Chenoweth nel musical originale.

Erivo dona alla sua Elphaba una gamma emotiva straordinaria, che segue un percorso di crescita che si intreccia con l’evoluzione della trama. Il suo volto, sempre in primo piano, comunica ogni sfumatura, rendendo impossibile per la telecamera – e per lo spettatore – distogliere lo sguardo. La sua interpretazione culmina nelle potenti note di Defying Gravity, (tra i momenti più celebri del musical) toccando il cuore di un pubblico a quel punto già affezionato. Dall’altro lato, Grande porta in scena una Glinda sorprendentemente sfaccettata, con una sensibilità e un’intelligenza che le permettono di esplorare a fondo la dinamica tra le due protagoniste. Come il verde e il rosa che simboleggiano le loro personalità, Erivo e Grande si completano a vicenda.

Grande eccelle nel donare alla sua Glinda una vena comica irresistibile, senza mai cadere nella caricatura: i suoi tempi comici sono impeccabili e si bilanciano con il pathos portato da Erivo. In questo equilibrio, Wicked ribadisce che, se Elphaba è al centro della narrazione, Glinda è tutt’altro che una figura secondaria: entrambe brillano con la stessa essenziale intensità, per l’altra e per la riuscita della storia. La narrazione procede con pazienza, dosando sapientemente il ritmo senza cedere alla tentazione di riempire lo schermo con CGI posticcia o storyline accelerate. Spicca, invece, una forte componente “artigianale” che conferisce autenticità a ciò che resta: un susseguirsi di palcoscenici diversi, di cui lo spettatore è il testimone scena dopo scena, canzone dopo canzone.

In questo mondo incantato, ogni elemento – persino un animale parlante – appare naturale e credibile, immergendoci completamente nella magia del racconto. Ora non ci resta che affrontare l’estenuante attesa che ci separa dalla Parte 2 di Wicked e scoprire quali altre sorprese ci riserverà questo adattamento. Un adattamento che eleva il musical al cinema, offrendogli un nuovo livello di profondità e rispetto.
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