ROMA – Chiunque sia qui, a leggere queste parole, sa già cos’è accaduto. Perché l’improvvisa e dolorosa scomparsa di David Lynch dal mondo terreno porta con sé un intero immaginario di visioni, immagini e suggestioni difficilmente replicabili. Lynch è – o forse è meglio dire era – l’incubo a occhi aperti della mente cancellata di Eraserhead e le lacrime di John Merrick di The Elephant Man. Lynch era la voce-pensiero di Dune, l’orecchio tagliato di Velluto Blu e le scarpe rosse di Cuore Selvaggio. Era «Dick Laurent è morto» di Strade Perdute, il trattore malandato di Alvin Straight in Una Storia Vera, quel maledetto jump-scare di Mulholland Drive che ancora ci fa urlare di paura, il volto spaventoso di Laura Dern in Inland Empire, e tutte le ciambelle e i caffè e le fette di torta di Dale Cooper in Twin Peaks. Ci ha lasciati, è vero, o forse è semplicemente andato dall’altra parte, e chissà che stavolta non riuscirà davvero a scoprire cosa si cela dietro la tenda rossa della Loggia Nera. Qui a Hot Corn lo vogliamo ricordare con cinque di alcuni dei suoi bellissimi (e arcinoti) film.

CUORE SELVAGGIO – Sensuale, violento, divertente, Cuore selvaggio è senza dubbio uno dei più bei film di David Lynch. Un omaggio singolare e destrutturante a Il Mago di Oz reso nella forma di un viaggio on-the-road atipico popolato di eventi bizzarri, violenza insana e amore shakespeariano, quello di Sailor Ripley e Lula Pace Fortune. La coppia Nicolas Cage & Laura Dern è quanto di meglio il cinema lynchiano anni Novanta abbia saputo offrire. Nel cast anche Diane Ladd, Willem Dafoe, Isabella Rossellini, Harry Dean Stanton e il quartetto Jack Nance, Grace Zabriskie, Sheryl Lee e Sherilyn Fenn direttamente da I segreti di Twin Peaks. Tratto dall’omonimo romanzo di Barry Gifford, colonna sonora di Angelo Badalamenti, vincitore della Palma d’oro a Cannes 43. Basta così? Dove vederlo? Cuore Selvaggio

STRADE PERDUTE – Los Angeles. Il sassofonista Fred Madison è perseguitato dall’invio di una serie di videocassette che riprendono la sua vita da vari punti di vista, una delle quali ritrae il corpo di Renée massacrato. Arrestato per omicidio, in prigione soffre di lancinanti emicranie e una mattina, in cella, al posto suo si risveglia un altro uomo, Pete, giovane meccanico che viene immediatamente rilasciato. Dopo Velluto Blu e Fuoco Cammina con Me, il terzo passo nel cammino di destrutturazione del cinema noir di David Lynch prosegue con questo film, un’opera straordinaria dall’immaginario e dalle tematiche surreali e vertiginose di follia e mistero che ci ha saputo regalare una Patricia Arquette formidabile femme fatale. Qui per il nostro Longform. Dove vederlo? Strade Perdute

MULHOLLAND DRIVE – Un’aspirante attrice canadese incontra una femme fatale che soffre di amnesie. Si dipana così la storia e le due donne diventano personaggi diversi nella seducente e inquietante visione che Lynch rende della fabbrica dei sogni hollywoodiana. Un Viale del Tramonto onirico e orrorifico che prosegue il processo di destrutturazione delle tipicità e della linearità del noir classico proseguito con il precedente Strade Perdute, dando allo spettatore sempre meno appigli e punti di riferimento narrativi. Nacque come pilot televisivo rigettato malamente dalla ABC, divenne un capolavoro da Miglior Regia a Cannes 54 con due stratosferiche Naomi Watts e Laura Harring. Qui per il nostro Longform. Dove vederlo? Mulholland Drive

INLAND EMPIRE – Due attori, scelti per recitare in un film, si ritrovano immersi in una storia oscura e raccapricciante, cominciando a confondersi con i personaggi che interpretano nella pellicola. Con un’impavida Laura Dern al suo fianco (che in un mondo giusto avrebbe vinto un Oscar per la sua performance da sogno!) Lynch gira il film più sperimentale, folle e a-lineare della sua carriera in questo seguito spirituale e a lungo atteso di Mulholland Drive. Un incubo hollywoodiano frammentario in MiniDV, Inland Empire è surrealismo puro all’ennesima potenza: l’ultimo passo filmico del Maestro. Dove vederlo? Inland Empire

TWIN PEAKS – La serie che ha vissuto due volte, prima all’inizio degli anni Novanta, quando diede vita al primo vero fenomeno televisivo che la storia ricordi quando tutto il mondo si sintonizzò sul piccolo schermo chiedendosi: «Chi ha ucciso Laura Palmer?», poi nel 2017 con la miniserie evento che dell’arte di David Lynch è l’ultimo atto. L’a-linearità di Inland Empire portata all’estremo in un viaggio seriale di diciotto puntate: Una follia, un capolavoro, la più grande opera d’arte televisiva del secondo decennio degli anni Duemila. Nel mezzo, Dale Cooper, Laura Palmer, la garmonbozia e BoB, la nemesi Windom Earle e Leland Palmer, e la Signora Ceppo, Il Gigante, il Nano, Audrey Horne, Donna Hayward, Norma Jennings e tutti i caffè e le crostate del Double R Diner. Dove vederlo? Twin Peaks
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