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The Terminal | Tom Hanks, Nasseri e la storia vera che ispirò Steven Spielberg

Mehran Karimi Nasseri è rimasto bloccato all’aeroporto di Parigi per 18 anni. Ecco la sua vicenda

The Terminal
The Terminal

ROMA – Chi ha la possibilità di viaggiare spesso sa benissimo quanto sia difficile considerare casa un aeroporto. Un luogo così grande e anonimo è fatto per essere solo un passaggio, un intermezzo più o meno veloce in un tragitto più ampio. Cosa succederebbe, però, se per un’assurda serie di coincidenze burocratiche una persona finisse per viverci in quelle sale d’attesa? È quanto successo al signor Mehran Karimi Nasseri, cittadino iraniano che, arrivato a Parigi dopo essere stato respinto dal Regno Unito, privo di passaporto, resta “ospite” dell’aeroporto francese Charles De Gaulle per 18 anni, dal 1988 al 2006. La sua storia ha ispirato Steven Spielberg a scrivere The Terminal (potete rivederlo su CHILI) che, però, ambienta il film al JFK di New York.

The Terminal
Tom Hanks in The Terminal

Nasseri, diventato in The Terminal un profugo della Krakhozia, immaginaria nazione dell’Est nel pieno di un colpo di stato, ha vissuto un’esistenza molto meno romantica di quella dell’omologo cinematografico Tom Hanks e con qualche mistero in più, mai del tutto chiarito. Nato in Iran nel 1942 da un medico e da un’infermiera scozzese – almeno questo sosteneva da sempre – Nasseri venne espulso dall’Iran nel 1976 per la sua aperta opposizione allo scià Pahlevi. Dopo un lungo vagabondaggio per l’Europa – a partire dall’Inghilterra che gli vietò subito l’asilo politico – approdò in Belgio nei primi anni Ottanta dove riuscì ad ottenere la tessera di rifugiato.

The Terminal
Mehran Karimi Nasseri all’aeroporto Charles De Gaulle

Il documento, che avrebbe voluto utilizzare per tornare in Inghilterra alla ricerca della madre, a poco gli valse in realtà. Respinto ancora una volta dalle autorità inglesi e successivamente anche da quelle belghe, dopo che l’uomo aveva spedito le carte sue all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati nella speranza di essere ammesso nel Regno Unito, Nasseri incassò il colpo mostrando i primi segni di un crescente squilibrio mentale. Era il 1984.

the terminal
Tom Hanks e Zoe Saldana

Un anno dopo, la tappa francese della sua Odissea. Sir Alfred Mehran, così volle essere chiamato, fu bloccato dalla polizia di frontiera a Parigi, mentre cercava di imbarcarsi alla volta del Regno Unito, ancora senza documenti. Intrappolato in quella terra di mezzo, decise allora di mettere radici proprio lì, nell’area commerciale del Terminal 1 del Charles de Gaulle, dove rimase appunto fino al luglio 2006 tra l’indifferenza generale di Belgio, Francia e Gran Bretagna.

Mehran Karimi Nasseri tra i passeggeri dell’aeroporto

Lo si riconosceva subito, Nasseri, tra le migliaia di persone che affollavano quegli spazi. Aspetto povero, ma curato, alle prese con i bagagli che si offriva di trasportare per pochi spiccioli. Nelle pause caffè, seduto al tavolino del bar, si concedeva una sigaretta mentre scriveva le sue memorie su un foglio. «In fondo non è male vivere qui. Cerco di rendere accettabile ogni giorno» raccontò in un’intervista.

Tra finzione e verità

Nasseri restò lì anche quando nel 1998 ottenne il permesso di lasciare l’aeroporto, grazie alla battaglia legale vinta da un avvocato che ebbe a cuore la vicenda e che fece guadagnare all’uomo l’interesse della Dreamworks di Spielberg (e trecentomila dollari). Si allontanò da quella “casa” solo qualche tempo dopo grazie alla Croce Rossa Internazionale, ma da quel momento di lui si persero le tracce. Ultimo domicilio conosciuto? Una struttura per senzatetto di Parigi.

Volete (ri)vedere The Terminal? Lo trovate su CHILI

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