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Molto più di un sequel? Sì. Perché dovete vedere The LEGO Movie 2

Emmet & Co. sono tornati. Pazzi, divertenti ed esagerati in un film a misura di grandi e piccoli

ROMA – È meraviglioso. Oppure no? Ma che domande lancia, mattoncino dopo mattoncino, The LEGO Movie 2 – Una Nuova Avventura? Facendosi quasi beffa del suo “aspetto” da cartoon – e della precedente canzone-tormentone – per giocare su più livelli. Dalla maturazione che viaggia attraverso la scelta involontaria di dimenticare il passato, fino all’accettazione di sé. E se, nel primo capitolo uscito nel 2014 e diretto da Phil Lord e Christopher Miller – qui alla sceneggiatura, mentre al timone c’è Mike Mitchell, altrettanto bravo – il bonario Emmet era diventato l’eroe per caso restando uniforme alla sua visione colorata della vita, qui capisce – e noi al suo fianco – che la crescita prevede altre conoscenze e altre verità.

Emmet e Lucy.

Così, quel cuore divorato dall’invasione degli “alieni” Duplo, alla fine del primo capitolo, diventa il Leitmotiv di Emmet, Lucy, Batman, Unkitty e di tutta la ciurma di Bricksburg (piombata in un’atmosfera post-apocalittica), in una missione (im)possibile che prevede, in lontananza, l’abbandono delle sicurezze, verso un orizzonte in cui le certezze sono ancora tutte da costruire. Se, il piano più alto del castello, ovviamente è rivolto ai (tanti) spettatori più grandi, i piani inferiori sono riempiti da folli trovate. Sia narrative che linguistiche e visive. E allora, davvero poche volte ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un’animazione che può, letteralmente, tutto. Creare, distruggere, creare ancora. In una corsa alla risata che non vuole risparmiarsi. Tanto che, in una delle sequenze più matte, spunta anche Bruce Willis versione Die Hard.

La banda di Bricksburg.

Nulla, in The LEGO Movie 2 – potete vederlo in streaming su CHILI qui – è come sembra. C’è un’evoluzione costante, guidata da Emmet, eroe come noi, che dietro un sorriso nasconde un profondo disagio per il mondo che sta smettendo di credere nell’immaginazione. Infatti, è proprio l’immaginazione la protagonista assoluta del film. Con le sue digressioni fantastiche, ci trascina in un deserto alla Mad Max e nel mezzo di una Justice League ricoperta di glitter, ad intonare in coro un’altra “Canzone che ti Resta in Testa” (la martellante Catchy Song, di Dillon Francis Feat. T-Pain e That Girl Lay Lay, affiancata da altre tracce come Super Cool di Beck feat. Robyn & The Lonely Island, fino ad una folgorante citazione sulla poetica dei Radiohead).

Mad Max versione LEGO?

E, la sensazione che ci siano più piani, è ricorrente in tutti gli incastri che portano la banda di Emmet – e quanto meritato e libero spazio è stato dato al Batman doppiato in originale da Will Arnett – a scoprire cosa c’è dietro la porta bianca alla fine delle scale. La paura di ciò che non si conosce, la speranza che l’incubo avuto nel cuore resti solo un brutto sogno da scordare. Così, in mezzo ad una marea di citazioni colte, potendo tutto e più di tutto, The LEGO Movie 2 (ri)costruisce in 106 minuti la parola fantasia. Agganciandola alla consapevolezza che le scelte compiute sono ciò che ritroveremo. Anno dopo anno, in quel gioco chiamato crescita. Meravigliosa, sì, ma anche tanto complicata.

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