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The Lady in the van | Maggie Smith, Mary Shepherd e il memoir di Alan Bennett

Il commediografo racconta la storia vera dell’amicizia insolita lunga quindici anni con la Shepherd

the lady in the van

ROMA – Cosa fare quando sei un commediografo e quello che accade nella tua vita sembra uscire da un racconto? Beh se il tuo nome è Alan Bennett ti metti alla scrivania e inizi a raccontare la tua storia. È quello che è accaduto nel 1989, quando lo scrittore decise di rendere omaggio a un’insolita amicizia lunga quindici anni tra lui e una senzatetto, Mary Shepherd. Quella storia, intitolata The Lady in the van (lo trovate su CHILI), divenne prima un saggio, poi, due anni dopo, un libro, una pièce teatrale nel 1999, uno spettacolo radiofonico e, infine, un film diretto nel 2015 da Nicholas Hytner. Lo stesso regista aveva già diretto la rappresentazione teatrale a fine anni Novanta e per il film richiamò all’appello Maggie Smith che già aveva diretto sulle assi del Queen’s Theatre di Londra nel ruolo della protagonista.

The Lady in the van
Maggie Smith in una scena di The Lady in the van

Ma chi era Mary Shepherd? E come finì per legare la sua vita a quella del commediografo? Verso la metà degli anni Settanta, Bennett viveva a Camden Town in una zona residenziale abitata da famiglie agiate. A interrompere l’idillio l’arrivo nel quartiere di una senzatetto, Mary, e del suo van che, ogni giorno, stazionava in punti diversi del quartiere facendo storcere il naso ai facoltosi abitanti della zona, complice anche il caratteraccio della donna. Bennett si fece avanti e decise di aiutare l’anziana permettendole di parcheggiare il suo van nel vialetto di casa. Ma quella che doveva essere una sistemazione temporanea di sole tre settimane, si trasformò in una convivenza lunga quindici anni.

Una scena di The Lady in the van

Un periodo lungo in cui l’uomo imparò a scoprire che dietro quella facciata spesso ruvida si nascondeva una storia di profondo dolore. Margaret Fairchild, questo il suo vero nome, era stata una pianista di talento, allieva di Alfred Cartot, che voleva farsi suora ma che finì in custodia in un istituto psichiatrico, il Banstead Hospital, per volontà del fratello e da cui fuggì in più di un’occasione. L’evento che cambiò per sempre la sua vita fu quando investì un motociclista con il suo furgone e per paura di venire arrestata, schiacciata dal senso di colpa di averlo ucciso, divenne una senza fissa dimora. Un peregrinare senza meta che finì quando un uomo, Alan Bennett, decise di tendergli la mano.

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